Le nuove famiglie, fragili e sole

Sono 400 i minori seguiti dai servizi sociali: il 30% viene allontanato da casa


Chiara Bert


TRENTO. Aumentano le separazioni conflittuali e le convivenze difficili. Aumentano i genitori soli in crisi economica, che faticano a crescere i figli. Le famiglie si ritrovano più fragili e quando si tratta di immigrati, esplodono anche i conflitti generazionali. Sono 398 i minori seguiti a Trento dai servizi sociali, il 30% viene allontanato dalle famiglie e spesso è necessario l'intervento del giudice. È la fotografia scattata dalla relazione dei Poli sociali del Comune attivi dal 2004 per offrire servizi a livello territoriale: 5 unità organizzative che coprono ognuna un bacino di utenza di circa 20 mila abitanti (Gardolo-Meano, Centro storico-Bondone-Sardagna; San Giuseppe-Ravina-Romagnano; Oltrefersina-Mattarello; Villazzano-Povo-Argentario). La relazione annuale 2010 - presentata due settimane fa in giunta dall'assessore alle politiche sociali Violetta Plotegher - è stata poi illustrata anche ai consiglieri comunali e alle circoscrizioni. Un'analisi da un osservatorio privilegiato per sondare i cambiamenti del tessuto sociale e i bisogni emergenti. Più genitori separati. Il primo dato che traspare è un aumento delle situazioni familiari difficili. Crescono le separazioni conflittuali, che comportano l'aumento delle famiglie con un solo genitore (+ 17% dal 2000 al 2010, nell'86% dei casi si tratta di madri con figli). Questa condizione produce un duplice effetto: il rischio per il genitore di finire in una situazione di povertà, con difficoltà a soddisfare i bisogni primari, ma anche il problema di riuscire a seguire i figli nella loro crescita. È qui che scatta un primo livello di intervento dei servizi, quello a supporto dei genitori. 400 minori seguiti dai servizi. Su 398 minori presi in carico nel 2010, nel 70% dei casi sono stati attivati servizi integrativi, come l'assistenza educativa a domicilio (178 casi) o l'accoglienza in strutture diurne (132 casi). Nel 30% dei casi, però, questo non è bastato e il minore è stato allontanato dalla famiglia, temporaneamente affidato a comunità residenziali (87) o ad altre famiglie (28).Quello dell'allontanamento dei bambini dalla famiglia d'origine è una situazione che negli ultimi tempi è spesso finita all'attenzione della cronaca dopo le denunce di alcuni genitori. E sebbene rappresenti l'ultima spiaggia per i servizi sociali, sono gli stessi operatori dei poli sociali - è il caso di Gardolo - a segnalare un costante incremento (raddoppio dal 2006 ad oggi) di interventi in cui è coinvolto il giudice minorile: ciò significa che il servizio sociale interviene sempre più in situazioni di «disagio conclamato». Il polo del Centro storico segnala come dopo un significativo calo (da 43 nel 2006 a 27 nel 2008), si registri un aumento dei minori inseriti in comunità o dati in affido (39 nel 2010). In generale i poli sociali denunciano un calo di risorse per l'educazione a domicilio e la necessità di più centri diurni per i ragazzi, soprattutto adolescenti e pre-adolescenti. Stranieri: i conflitti con i figli. Le famiglie immigrate rappresentano oggi il 16% dei nuclei seguiti dal servizio sociale. La richiesta principale riguarda aiuti economici, legati alla presenza di famiglie numerose e quasi sempre con un solo reddito (quello dell'uomo). Ma negli ultimi tempi emerge anche, in modo sempre più forte, un conflitto con le seconde generazioni, con figli che non accettano il modello educativo e lo stile di vita della famiglia d'origine. E incominciano a manifestarsi richieste di ragazze straniere che vogliono essere allontanate dalla famiglia nella cui cultura in cui non si riconoscono più.

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