LA TRAGEDIA

Lavis, trovato morto in casa: aveva 33 anni 

È stata la zia, giovedì mattina, a dare l’allarme ma il cuore di Juri Miorandi aveva già smesso di battere: inutili i soccorsi



LAVIS. Mercoledì sera era andato a dormire tranquillo. Aveva salutato la zia e poi era andato in camera sua. Ma la mattina dopo non aveva aperto la sua porta, non si era fatto vedere e così la zia era andata a cercarlo, per capire il perché dell’assenza del nipote. E lo ha trovato morto nel suo letto. Inutile la corsa dei sanitari, il cuore di Juri Miorandi, 33 anni, si era fermato per sempre. «Se n'è andato in un mondo migliore» scrive su Facebook la zia salutando quel ragazzo che dopo un lungo periodo passato a Londra per studio e per lavoro era tornato in Trentino.

Una persona speciale, così descrivono Juri gli amici, una persona che stava ricominciando un nuovo capitolo della sua vita, ma che è stato strappato alla vita improvvisamente. Cosa sia successo non è chiaro. Non ci sono segni di violenza sul corpo e non c’è disordine nella stanza. Sembra che il cuore del 33enne abbia smetto di battere, solo questo. Nella casa di via Mulini sono arrivati i sanitari del 118 e anche i carabinieri. A quest’ultimi il compito di raccogliere tutti gli elementi possibile per cercare di capire le cause della morte del giovane uomo. Una morte improvvisa e non provocata dal terze persone, queste le certezze al momento disponibili. Saranno fatti ulteriori verifiche ma l’autorità giudiziaria, visto il quadro generale, ha deciso di non chiedere l’autopsia sul corpo di Juri.

Miorandi era originario di Mattarello e a Trento aveva frequentato il Tambosi. Poi la decisione di cambiare vita, di cambiare aria e quindi il viaggio verso Londra. Nella capitale inglese aveva studiato e aveva fatto, come tanti giovani nelle sue condizioni, mille lavori. Si era iscritto all’università e aveva frequentato il corso di psicologia per poi scegliere la specializzazione in terapia cognitiva comportamentale,

Alla fine aveva trovato una stabilità con un impiego coma paramedico, lavorava sull’ambulanza. Una vita che sembrava proseguire su binari tranquilli, ma poi Juri aveva deciso di fare un altro cambiamento. E quindi aveva lasciato Londra per tornare in Trentino. Aveva chiesto e trovato ospitalità nella casa di via Mulini della zia materna da qualche settimana. Tante novità, diverse cose da iniziare, nuovi rapporti da stringere, vecchie amicizie da rinsaldare. Anche in questo caso con serenità e con voglia di fare. Ma tutto è finito nella notte fra mercoledì e giovedì. La sera Juri stava bene, era quello di sempre, era andato a dormire salutando la zia. E nella notte il suo cuore ha smesso di battere all’improvviso impedendogli anche di cercare il modo di chiedere aiuto.













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