Cerimonia all’università

«Laurea» alla studentessa uccisa

Paola Ferrarese, ammazzata con la madre quest’estate, studiava Ingegneria. Ricordata dal relatore e dalla prorettrice



TRENTO. Pochi giorni fa (il 25 novembre) si è celebrata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, alla quale ha partecipato anche l’Università di Trento e tuttora campeggiano in via Verdi gli striscioni che ribadiscono il «no» alla violenza, purtroppo sempre in agguato. Ed anche la studentessa Paola Ferrarese, 27 anni, che stava per laurearsi in Ingegneria civile, ambientale e meccanica (Dicam) dell’Università di Trento, è stata vittima di un’assurdo atto di violenza da parte del compagno della madre, che per gelosia ha messo fine alla sua vita, sopprimendo quella della compagna Laura Simoncelli e di sua figlia Paola, appunto.

Nei giorni scorsi, l’Università di Trento, ha voluto ricordare Paola Ferrarese con una medaglia d’oro ed un attestato, consegnata al fratello di Paola, Roberto Ferrarese. Alla cerimonia sono intervenuti il rettore Paolo Collini, il direttore del Dicam Marco Tubino, i relatori della tesi di laurea Giuseppe Scaglione e Antonio Frattari, Paola Gatti coordinatrice del corso di laurea e molte altre persone che hanno voluto rendere omaggio alla studentessa tra studenti e personale tecnico e amministrativo. La prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento, Barbara Poggio ha affermato: «Purtroppo questo non servirà a restituirci Paola Ferrarese, ma credo sia il modo migliore per ricordarla. È difficile trovare le parole in questa situazione, in cui a essere coinvolta è una nostra studentessa. Voglio solo dire che questa occasione ci spinge come Ateneo a lavorare ulteriormente per promuovere una cultura del rispetto delle differenze, sia al nostro interno sia all’esterno, rispondendo alla nostra responsabilità sociale di istituzione chiamata anche a formare i cittadini e le cittadine di domani».

Racconta Scaglione: «Nella sua tesi di laurea (“Recycle e Urban Regeneration del quartiere el Vedado a l’Avana”) Paola Ferrarese si stava occupando di fare un recupero e una rigenerazione applicando i nostri modelli, cercando però di tenere in grande rispetto le caratteristiche del luogo». Tutto era partito, ha ricordato Scaglione, da un worlshop, Havana Charrette Cuba, del collega cubano Julio Cesar Perez Hernandez, al quale Paola aveva partecipato con entusiasmo: la permanenza a Cuba l’aveva convinta della bontà del percorso e forse le avrebbe aperto anche possibili sviluppi dopo la tesi». Purtroppo Paola Ferrarese non ha potuto realizzare i sogni che coltivava.













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