La mensa dell’ospedale piace 

I dati (2017) nella risposta dell’assessore Zeni a Fugatti: «Solo tre lamentele»



TRENTO. Le lamentele sulla scarsa qualità del cibo e i dubbi sulla provenienza degli ingredienti che vengono poi serviti al Santa Chiara sono al centro di un’interrogazione che è stata presentata dal consigliere della Lega, Maurizio Fugatti. E la risposta dell’assessore competente, Luca Zeni, parte da dei numeri. «Per inquadrare correttamente l’esistenza o meno di un problema di scarsa qualità del cibo che viene somministrato - si legge - occorre far riferimento al numero di pasti prodotti e al numero di lamentele che sono state presentate, per iscritto, all’Urp». Ed ecco i numeri: nel 2016 sono stati confezionati 389.578 pasti per i degenti e le lamentele sono state 4. 172.756 i pasti per i dipendenti e nessuna lamentela. Fino al 31 ottobre del 2017 sono stati 334.017 i pasti per i degenti e 3 le lamentele. 147.032 i pasti per i dipendenti e zero segnalazioni. Nella risposta Zeni aggiunge che sono arrivate anche tre lamentele telefoniche lo scorso anno che poi non sono state formalizzate. Nell’interrogazione Fugatti spiegava come «nel 2012 Serenissima – Alisei vinse l’appalto del servizio di ristorazione indetto dall’Azienda sanitaria dal valore di oltre 52 milioni di euro. In un articolo comparso allora, si evidenziavano le novità derivanti dalla gara ovvero il passaggio da “Cook & Chill” alla cottura direttamente al Santa Chiara di alcune pietanze quali pasta, riso e carne ai ferri. Oltre a ciò almeno il 40% dei prodotti agricoli, secondo l’appalto, avrebbero dovuto essere: a filiera corta, e/o certificati da dop, Igp e Stg, e/o provenienti da agricoltura biologica, e/o prodotti alimentari derivanti da materie prime provenienti da terreni sequestrati o confiscati alle mafie o provenienti dal mercato equo e solidale. Inoltre la stessa Azienda sanitaria si sarebbe resa disponibile, a compiere sondaggi di gradimento del cibo. Passati alcuni anni dall’affidamento del servizio, questa attenzione pare essere rimasta più una promessa».













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