La mappa «mobile» dei disperati

Caserme, villette abbandonate e anche l'ex questura per i senza tetto


Mara Deimichei


TRENTO. Gli ultimi sono stati trovati dalla polizia nella loro vecchia sede. Nell'ex edificio della Questura c'erano due nordafricani che avevano scelto il palazzo che ospitava fino a qualche anno fa scientifica, anticrimine, volante e mobile, come rifugio di fortuna. Ma l'indirizzo di piazza Mostra è solo uno di quelli che sono mentalmente annotati nella memoria di chi una casa non ce l'ha e vive di espedienti. Una mappa in continua evoluzione. Le cose cambiano in fretta, gli sgomberi sono sempre più frequenti ed è possibile che riferimenti solidi e storici (come l'ex Euromix di via Brennero) vengano cancellati in un giorno a colpi di ruspa ed escavatore. E così questa città nella città si muove e cerca nuovi spazi da occupare.

All'ex questura non era la prima volta che qualcuno veniva beccato all'interno. E ogni volta erano state potenziate le «protezioni» alle finestre. Ma non sono mai bastate. E quindi quello di piazza Mostra resta, per ora, un buon indirizzo. Poi ci sono le ex caserme Pezzoli. Le vicine Bresciani sono state rase al suolo, ma dall'altra parte della strada vive una nutrita comunità composta soprattutto da gente dell'Est Europa. E tanti polacchi vista la scritta «Polska» con la quale viene dato il benvenuto a chi entra. Qui i controlli da parte delle forze dell'ordine non sono rari e spesso sono chiamati anche i pompieri a dar man forte per spegnere gli incendi provocati da utensili di fortuna usati per cuocere qualcosa da mangiare.

Poi ci sono i rifugi per così dire di lusso. Case «normali» non ex fabbriche, ex caserme ex qualcosa che per mille e una ragione non sono abitate ma sono lasciate a se stesse. E a riempirle, almeno temporaneamente ci pensato i senza tetto. In città c'è la casetta ferroviaria sul retro del complesso della Finestra sull'Adige in via Sanseverino e poi in via Brescia la casa cantoniera dove trovano riparo sopratutto immigrati nordafricani. In Bolghera si raggiunge il punto massimo, dal punto di vista estetico con una villa di fine Ottocento. Ora le finestre sono state coperte da assi di legno per cercare di impedire l'accesso.

A Villazzano c'è lo scheletro dello Sporting e sempre in collina c'è un piccolo maso abbandonato da anni che è la casa di qualche senzatetto. In via Brennero ci sono ancora alcuni capannoni ad offrire rifugio come l'ex Atesina. Rimanendo a nord c'è la casa abbandonata nelle campagne che si trovano sul retro del Q8 in tangenziale. A sud, invece, c'è il piccolo edificio molto nascosto vicino all'ex passaggio a livello ad Acquaviva. Davanti all'ingresso per la cava parte una stradina che porta alla casetta. La mattina non è difficile vedere gente che esce e la sera che rientra. Rifugi di fortuna anche all'ex casa dei ferrovieri di San Bartolameo e a volte con i ponti. Con l'inverno il problema diventa pressante visto che non tutti riescono a trovare riparo nei dormitori.













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