«Il posto fisso? Lo trovo al supermercato»

La storia di dieci apprendisti alla soglia dell’assunzione: «Di questi tempi avere un’occupazione stabile è un privilegio»


di Luca Marognoli


TRENTO. Prendete voglia di lavorare in quantità, aggiungeteci una discreta allergia alla scrivania, la predisposizione per i rapporti con il pubblico, una buona manualità e l’idiosincrasia (spesso ma non sempre) per i libri. Mescolate tutto, ma non prima di avere introdotto un ingrediente “indispensabile”: la crisi. Otterrete un giovane, mediamente motivato, aspirante banconista o cassiere di supermercato. Lieto e in taluni casi fiero di avere trovato la strada per un lavoro dignitoso e, cosa non da poco di questi tempi, “fisso”.

Lavis, laboratorio della pasticceria artigianale Visconti, ore 15: dieci ragazzi tra i 22 e i 26 anni iscritti ai corsi per apprendisti dell’Università popolare (120 ore l’anno) “mettono le mani” nella farina per preparare torta di fregoloti e biscotti di grano saraceno farciti con marmellata di frutti di bosco, seguendo attentamente le istruzioni della “prof” Nikka, responsabile marketing e commerciale dell’azienda di famiglia. Lavorano tutti da tre anni e mezzo e fra sei mesi finiranno il loro percorso formativo. «Dopo di che ti prendono a tempo determinato, oppure ti rimandano a casa - dicono in coro - ma vedrà che a noi ci tengono: il lavoro nell’alimentare c’è sempre».

Gli apprendisti sono divisi in due squadre, quasi come nelle sfide di MasterChef: da una parte Marco Cominotti di Storo, Marco Mosaner di Ravina, Matteo Calliari di Gardolo, tutti e tre dipendenti Poli, Ashna Guazzo di Borgo e Mattia Molinari di Trento, entrambi della Famiglia cooperativa di Povo; dall’altra Veronica Cervo di Villamontagna (Coop Povo), Selene Eccel di Sardagna (Prix di via Brennero), Marta Franco di Mori (Coop Superstore Rovereto), Jessica Sonn di Lases (Conad di Lases) e Denys Colombini di Fornace (Coop Valle dell’Adige di Meano).

Si parte con i “fregoloti”: «Mi raccomando all’impasto: deve avere l’effetto sbriciolato», avverte Nikka. Gli “allievi” scherzano ma sono concentrati: ci tengono a fare bene: «Le lezioni teoriche non sono male ma è difficile stare seduti in classe per otto ore a imparare comunicazione di azienda», dicono. «É molto più bello conoscere sul campo da dove vengono e come sono fatti i prodotti, mettendoci le mani». In mattinata sono andati a fare “tartarughe” e “rosette” da Pan Carraro. «Ma abbiamo visitato anche una macelleria a Pietramurata - dice Ashna - dove ci hanno fatto vedere come viene sgozzato il maiale, poverino. Un giorno abbiamo fatto la spesa al banco del pesce del C+C per poi cucinarlo e mangiarlo con lo chef Walter Miori, un altro ancora abbiamo preparato il formaggio con l’esperto Andrea Bassetti». Ashna ha fatto il linguistico e, contemporaneamente, diversi lavori stagionali, dalla barista alle pulizie. «Ho iniziato l’università, ma non faceva per me. Il supermercato mi piace, ma vorrei diventare cuoca». Mattia non si vergogna a dire di avere la terza media: «Ma ho sempre lavorato, per 2 anni e mezzo alla libreria giuridica, quando avevo 16 anni e mi sentivo in imbarazzo a girare per gli studi legali, poi per 4 anni alla Drake. Mi ci trovavo benissimo ma è arrivata la crisi: tanti ragazzi fotocopiavano i libri e ho dovuto scegliere fra part-time e posto fisso al supermercato». Marco Cominotti fa il lavoro per il quale ha studiato: «Mi sono diplomato tecnico delle vendite all’Upt», dice. Matteo invece ha provato anche altre strade: «Prima ho fatto lavori che non c’entravano nulla con questo, poi è arrivato il supermercato. Lavoro ma la sera studio anche Ragioneria». L’altra Marco, Mosaner, è reduce dallo Scientifico: «Di studiare ne avevo un goso e non starei mai dietro una scrivania. Amo il contatto con la gente».

Con le formine Nikka spiega la farcitura dei biscotti di grano saraceno. Marta, leccese, diploma di tecnico turistico, è entusiasta: «Ho lavorato in un bar, all’Upim e in una pasticceria di Rovereto, che poi ha chiuso. Oggi sono nel reparto dolciario della Coop e mi piace tantissimo. Anche a casa faccio dolci di tutti i tipi...». Veronica dopo la Ragioneria, ha smistato posta per la Tnt e, scaduto il contratto, è entrata al supermercato: «É quello che ho trovato ma va bene così, bisogna adeguarsi. Non escludo però di cambiare per fare quello per cui ho studiato: la segretaria d’azienda». Anche Selene adora le torte e il cake design: «Ho trovato posto per fortuna, grazie ad una maternità, 3 anni fa. Ma ho fatto il liceo delle Scienze sociali e vorrei iscrivermi all’università, per finire quello che ho iniziato». Per Jessica è stato quasi automatico, dopo il Linguistico aziendale, accettare il posto alla coop del paese: «Mi piace, perché sei a contatto con la gente. Studiare ancora? Basta...». Si tiene stretta il suo lavoro Denys: «Dopo il Liceo delle scienze sociali ho fatto la barista per un anno. Ma la cooperativa è un’altra cosa: hai un lavoro sicuro e oggi come oggi, soprattutto per una donna, è un privilegio».

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