Il miracolo  della chiesetta di Sant’Agata

Trento. Sono passati tre anni da quando un cittadino di Povo si presentò in Circoscrizione a far presente che il tetto della chiesetta di S. Agata stava cedendo. «Occorre metterci almeno un telo di...



Trento. Sono passati tre anni da quando un cittadino di Povo si presentò in Circoscrizione a far presente che il tetto della chiesetta di S. Agata stava cedendo. «Occorre metterci almeno un telo di plastica, che la pioggia non mandi in malora la chiesetta tutta». La Circoscrizione si mobilitò, ne venne un Comitato di restauro e si mobilitò l’intero paese con una sottoscrizione per il restauro. Così Sergio Casetti, presidente della circoscrizione di Povo, ricorda l’inizio di quello che ad oggi è un progetto sorprendente, riuscito ad andare oltre ogni aspettativa. Il progetto “Un paese, il suo colle, la sua chiesa”, lanciato ormai più di 2 anni fa, ha fatto tantissimo per la riqualificazione e la valorizzazione di doss Sant’Agata e non ha certo raggiunto la sua conclusione.

Nel corso degli ultimi due anni, tra le tante piccole imprese realizzate dal comitato, è stato riparato il tetto della chiesetta e sono stati effettuati scavi archeologici di grande importanza in cima al colle. A breve, emergenza Coronavirus permettendo, dovrebbero invece iniziare i lavori di manutenzione del verde e dei sentieri, così come le operazioni per rendere utilizzabili i terrazzamenti presenti sui versanti del colle. Verranno quindi sistemati i diversi sentieri che salgono sulla sommità di doss Sant’Agata e qui, in cima al colle, verrà eliminata parte della vegetazione, con un taglio selettivo del bosco sul confine nord ed ovest. In questo modo la chiesetta di doss Sant’Agata tornerà ad essere visibile dal paese e dalla città, così come era una volta, tornando ad essere punto di riferimento del territorio.

Già, però – osservò allora qualcuno del Comitato - occorre metter mano anche alle antiche terrazze, ai muretti che rischiamo di cadere da quando il Doss e i suoi piccoli campi sospesi non sono più coltivati. Un’impresa, quest’ultima, largamente fuori della portata di una sottoscrizione continua Casetti, arrivando al tema dei terrazzamenti. Vitale, in questo caso, è stato il supporto trovato nel Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, con la collaborazione del Comune, la Sovrintendenza, i Bacini Montani e la Forestale. Tra gli interventi che verranno effettuati a breve c’è infatti anche la sistemazione dei muri a secco, un’operazione che, una volta ripulita la zona dalla vegetazione, permetterà di tornare a coltivare questi terrazzamenti, ormai da tanti anni abbandonati. L.D.D.













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