Il centrodestra finisce alla sbarra

Tre pubblici ministeri «onorari» chiedono la condanna: «Troppa frammentazione e vertici inadeguati»


di Luca Marognoli


TRENTO. Tre “pubblici ministeri onorari” e un’unica condanna, invocata a gran voce da due di loro, Giorgio Plotegher e Sergio Divina, da mitigare in virtù di diverse attenuanti per il terzo, Renzo Gubert. A vestire la toga di rappresentanti dell’accusa tre personaggi autorevoli di quel centrodestra che oggi è alla sbarra, dopo il disastro uscito dalle urne. Starà al giudice lettore pronunciare il giudizio finale. Ma spazi per un’assoluzione sembrano essercene ben pochi.

Il “pm” più severo è Pier Giorgio Plotegher, che non chiede alcuna clemenza per Michaela Biancofiore, accusata di avere disintegrato il partito e di averlo fatto «in mala fede» e con «sfrenato protagonismo» e «cecità politica». Il consigliere provinciale per tre legislature nelle fila di Msi prima e An poi concede solo un’attenuante, si fa per dire: l’«insipienza» - dice - del commissario regionale mandato da Roma a Trento. E alla sbarra, con lei, mette nientemeno che Silvio Berlusconi, attribuendogli la colpa di avere dato il partito nelle mani di Michaela pur di «liberarsene» ma in questo modo condannando Forza Trentino al fallimento e vanificando il lavoro dei militanti.

Più pacata la requisitoria di Sergio Divina, senatore leghista che nel 2008 sfidò Dellai. Allora il centrodestra era unito e nell’attuale frammentazione sta - secondo il parlamentare del Carroccio - la principale responsabilità politica dei partiti che gravitano in quell’area. Gli elettori non hanno perdonato la loro incapacità di fare quadrato contro la corazzata del centrosinistra autonomista preferendo anche il non voto all’“armata Brancaleone” di Bezzi, Grisenti, Filippin e Fugatti. Ma è per il primo che Divina chiede la condanna più severa: un anno di clausura in una piccola cella da passare con la Biancofiore.

Più che un pubblico ministero sembra un avvocato difensore, invece, Renzo Gubert, già senatore del Polo delle libertà. Consapevole di non poter chiedere l’assoluzione di un centrodestra diviso in tante fazioni, invoca il riconoscimento di attenuanti specifiche: il mondo associazionistico - dice - si è schierato contro, in modo compatto.

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