I soldi al bancomat rubati con l’adesivo

Arrestato un romeno accusato di «cash trapping»: contestati 15 episodi. Avrebbe accumulato in tutto 2.600 euro



TRENTO. Un artigiano del furto, non c’è che dire. Che con un sistema decisamente semplice è riuscito a rubare circa 2.600 euro da diversi sportelli bancomat. Solo che per mettere a punto i colpi si faceva riprendere molto bene dai sistemi di controllo e alla fine di un’indagine della polizia postale, è finito in cella in base ad un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Ancona. Ma, in sostanza, cosa succedeva? Il titolare della tessera bancomat e del relativo conto si presentava allo sportello per ritirare il denaro e neppure il più attento poteva notare qualcosa di strano. Seguiva tutta la procedura indicando l’ammontare la ritirare e al termine dell’operazione, senza che fosse segnalata alcuna anomalia, la macchina restituiva la tessera ma non uscivano i soldi. Alcuni probabilmente hanno pensato ad un errore ma altri si sono presentati il primo giorno utile a reclamare in banca o all’ufficio postale. Sì perché loro, i soldi, non li avevano avuti ma sul conto corrente erano comunque spariti. Sono così partite le denunce e assieme a queste le verifiche da parte della polizia postale e della squadra mobile che poi si sono fuse in un’indagine congiunta. E si è così capito quello che succedeva. Ossia allo sportello preso di mira (sono diversi e i «colpi» avvenivano in particolare di sabato) veniva applicata una barra metallica che occludeva completamente la bocchetta di erogazione del denaro, con applicato sul lato interno un potente adesivo per trattenere i soldi. Un meccanismo che non è stato inventato dal ladro in questione ma che spopola da qualche tempo e che va sotto il nome di «cash trapping» e che può anche avere coma unica «arma» una forcella ma il fine è sempre lo stesso. Insomma lo sportello eroga il denaro ma questo viene trattenuto in uscita e quindi ritirato dal ladro. Ladro che le indagini trentine hanno permesso di identificare. Dalle immagini video riprese dai circuiti di videosorveglianza, infatti, si è arrivati a un romeno di 27 anni (C.C.P. le sue iniziali) che risulta essere un senza fissa dimora. Allo stato all’uomo vengono contestati una quindicina di episodi di manomissione che gli avrebbero permesso di intascare qualcosa come 2.600 euro. Ieri il romeno (che è difeso dall’avvocato Rambaldi) è stato interrogato in carcere ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. (m.d.)

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