I baristi: «Concertini, pasticcio del Comune»

Ieri «vertice» dei titolari dei locali del centro: «Difficile rispettare queste regole» C’è buona volontà: «Ci proveremo, ma pretendiamo più controlli serali»


di Paolo Piffer


TRENTO. C’è chi lo dice sottovoce, chi con più grinta. Però, che la proposta approvata dalla giunta comunale nei giorni scorsi che regola lo svolgimento dei “concertini” fuori dai bar del centro sia un po’ «pasticciata e si presti pure a molteplici interpretazioni» è vulgata maggioritaria.

Ieri pomeriggio in un locale di via Verdi (il “Line Cafè”) diversi baristi si sono ritrovati per discuterne e, possibilmente, prendere una posizione comune. Dovendo riassumere, si può dire che, fatta salva la premessa, gli esercenti cercheranno di venire incontro all’amministrazione per questo periodo sperimentale, che va fino a metà luglio, per poi ritrovarsi e fare con palazzo Thun il punto della situazione.

Però, su un aspetto gli esercenti, in particolar modo per voce di Walter Botto del Pasi, non transigono, quello dell’ordine pubblico: «C’è la necessità – afferma Botto – che vi sia un controllo maggiore delle vie del centro da parte delle forze dell’ordine, la sera, specialmente nei fine settimana. Se così fosse, gli atti vandalici si dimezzerebbero».

Entrando nei particolari, Franco Scrivano del Line Cafè si chiede: «Massimo 4 suonatori, è scritto. E se porto un gruppo anche con il cantante, che faccio? Sono in regola? O no?». Eh sì, perché se le parole hanno un senso dovrebbe essere tutto a posto, ma mica è detto. E se poi il cantante è pure suonatore? Che si fa? Si sfiora il ridicolo, a ben vedere.

Per Massimo Peterlana (Confesercenti) «il Comune ha sbagliato l’approccio, è necessario che il regolamento venga incontro anche agli investimenti che fanno gli esercenti, senza penalizzarli, tanto più in questo periodo difficile per tutti. Poi, scusi, ma che musica dovremmo proporre, senza l’amplificazione? Jazz? Folk o che altro?».

Difficile, certo, mettere insieme la tutela dei legittimi sonni tranquilli dei residenti e la volontà di avere un centro vivace e frequentato. «Guardi - aggiunge Marco Scola del Tridente di piazza Duomo - che è meglio che i ragazzi se ne stiano in centro a bere qualcosa, piuttosto di andar fuori e magari rischiare l’incidente, dopo». E avanti così, fino all’accettazione dello stop alle 22. «Proviamoci - affermano un po’ tutti - anche se è riduttivo». «Vediamo come va - afferma Marco Antonucci del Fiorentina – Certo che questa storia dei concertini è stata sottovalutata dall’amministrazione, e il regolamento fatto un po’ “a pancia” e nato male».

Alla fin fine, il messaggio uscito dall’incontro di ieri pare essere all’insegna della conciliazione, pur non mancando le critiche: «Cerchiamo di far divertire, anche le famiglie, mica solo i ragazzi, con intelligenza, e buon senso, da una parte e dall’altra”. Pare una tregua, anche se puntigliosa. Alla prova dei fatti si vedrà fino a quando, e se, reggerà».

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