«Fine vita, puntiamo al referendum»

Ferrari: «Tolto il diritto di scegliere le cure, difendiamo l'informazione»



TRENTO. «Ci tolgono il diritto di scegliere, almeno difendiamo quello di poter essere informati». E' il commento, il giorno dopo, della consigliera del Pd Sara Ferrari a proposito dell'approvazione in consiglio provinciale della mozione sulle Dat (le direttive anticipate di trattamento sanitario), ovvero le proprie volontà sul fine vita. Una mozione che porta la sua firma ed era stata presentata sei mesi fa, prima che passasse alla Camera il testo della legge sul testamento biologico che, com'è noto, prevede nelle Dat di poter indicare che trattamenti ricevere, ma non escludere quelli che non si vogliono. Nel testo, modificato nella discussione alla Camera, si precisa che il paziente «esprime orientamenti e informazioni utili per il medico, circa l'attivazione di trattamenti terapeutici purché in conformità a quanto prescritto dalla presente legge». In pratica è il medico ad avere l'ultima parola, perché il testo ribadisce che alimentazione e idratazione «devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento». Il fatto che la legge non incontri i favori dei partiti di maggioranza nel consiglio provinciale, ma all'opposizione in parlamento, non ha indotto i firmatari della mozione (il Pd) a ritirarla. Il perché lo spiega Sara Ferrari: «Purtroppo in Trentino non possiamo intervenire per recepire una legge diversa da quella approvata alla Camera, che noi reputiamo oscurantista e liberticida, per la quale spero verrà indetto un referendum abrogativo. Ma questo non toglie che i cittadini abbiano il diritto ad essere informati, e che questa funzione spetti all'Azienda per i servizi sanitari. Che poi Morandini trovi ridicolo dover impegnare la giunta a pubblicizzare le direttive anticipate di trattamento sanitario mi sembra bizzarro, visto che lui condivide in pieno la legge». Il consigliere del Pdl, infatti, ha dichiarato che discutere una mozione superata nei fatti non ha senso. Posizione che ha poi chiarito anche in una nota, dove appunto definisce «ridicolo» pubblicizzare le Dat che «quasi certamente, non saranno quelle auspicate dai firmatari della proposta di mozione. E aggiunge: «Delle due l'una: o la normativa che a breve il parlamento approverà non è poi così terribile, oppure la maggioranza che siede in consiglio provinciale, pur di non tradire la propria coerenza, è disposta a trascinare in cittadini in una trappola che limita la loro libertà». Per il consigliere del Pdl pubblicizzare le Dat comporterà spese di denaro che potrebbe essere utilizzato per problemi più urgenti, come il potenziamento di neonatologia, l'assistenza ai malati terminali o per gli anziani che vivono soli. C'è da aspettarsi che il tema del testamento biologico sarà ancora al centro del dibattito politico, visto che il tema riconduce ai propri principi etici e lo schieramento di chi contrasta la legge ritenendola limitante delle proprie libertà è trasversale. Sara Ferrari parla di incostituzionalità della legge e annuncia che il passo successivo degli oppositori sarà il referendum per abrogarla. (sa.m.)













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