Famiglie trentine? Le più ricche

I dati diffusi nel corso della giunta straordinaria sul credito



TRENTO. Le famiglie trentine sono mediamente più ricche di quelle delle regioni limitrofe (con una ricchezza pro-capite pari a 176.000 euro circa, contro ad esempio i 120.000 dell'Emilia Romagna o i 102.000 del Veneto). Si tratta però di una ricchezza principalmente immobiliare, derivante da un alto valore delle case al metro quadro (e non da una loro dimensione maggiore). E' il dato presentato dal governatore Lorenzo Dellai nel corso della giunta straordinaria sul credito.

La ricchezza delle famiglie trentine, pur essendo superiore alla media italiana, è inoltre allineata ai valori del Nord Est. Le famiglie trentine dunque risparmiano, ma potrebbero risparmiare di più, se il costo delle case fosse più basso. La loro  disponibilità, investita essenzialmente nel mattone, quindi in attività reali, è inoltre non  facilmente liquidabile, risultando inidonea ad alimentare il sistema creditizio in situazioni di necessità.

Sul versante della raccolta del risparmio, cala la raccolta diretta in favore di quella indiretta. Dal lato degli impieghi, nel 2010 si è registrato un calo di quelli destinati alle imprese e una crescita consistente di quelli rivolti alle famiglie. Nel comparto assicurativo-previdenziale inoltre gli impieghi sono stati effettuati nella quasi totalità dei casi fuori dal territorio. Tutti questi fattori fanno sì che il rapporto fra impieghi e depositi stia esaurendo le sue possibilità di crescita. Le banche, in altre parole, qui come in tutta Europa hanno problemi di liquidità.

Per quanto riguarda l'accesso al credito da parte delle imprese, ciò che è emerso è che fra le misure adottate dalla Provincia nell'ambito della manovra anticrisi hanno avuto più fortuna quelle generiche, come i mutui di riassetto finanziario, che quelle dedicate a specifiche categorie di imprese, quali il fondo edilizia o il fondo autotrasporto. E' stata ribadita inoltre l'importanza dei prestiti partecipativi, che hanno sì attratto molte imprese, alle cui richieste tuttavia le banche faticano a dare riscontro.













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