economia

Divina: Italia ferma, è più facile aprire un'azienda in Ruanda

Il senatore trentino della Lega Nord: da noi troppa corruzione, burocrazia e corruzione



TRENTO. «C'è una Italia che non cammina, è ferma, e lo dimostra una indagine recentissima dell'Heritage Foundation che è passata, guarda caso, sotto silenzio: siamo tra gli ultimi al mondo e il nostro Paese è bocciato. I nodi riguardano corruzione, credito, vincoli a mercato lavoro i lacci e lacciuoli burocratici, le alte tasse e la spesa pubblica esorbitante, più facile aprire in Ruanda».

Così il senatore trentino della Lega Nord, Sergio Divina riguardo l'indagine statunitense che, stando al rapporto, «sono soprattutto questi i parametri che affossano il nostro indice di libertà economica peraltro, a livelli incredibili. Prendiamo il parametro che misura l'incidenza di tasse e spese governative: l'Italia - argomenta Divina - raccoglie un imbarazzante 25,6 posizionandosi addirittura alla posizione 166 al mondo».

Un risultato a cui, come se non bastasse, fa eco il secco (e tutt'altro che roseo) commento degli osservatori, secondo cui «l'aliquota dell'imposta sul reddito individuale è superiore del 48% e il tasso di imposta sulle società è superiore del 29,5%». Tasse troppo alte, dunque, che comportano un onere fiscale complessivo pari al 43% del Prodotto interno lordo. A tutto questo si aggiunge una spesa pubblica esagerata «pari a circa il 50% dell'economia nazionale».













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