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Dipendenti «infedeli», in due nei guai

Sono stati denunciati dai titolari di una lavanderia: avrebbero intascato i soldi e distrutto le ricevute



TRENTO. Un ricevuta al cliente e la seconda, quella che doveva restare in azienda, diventava coriandoli, carta straccia da buttare nel cestino. E la stessa scena di sarebbe ripetuta 133 volte. E per 133 volte i dipendenti avrebbe intascato il denaro destinato al registratore di cassa. Sono due le persone che sono state denunciati dai loro ex titolari con l’accusa di furto. Un denuncia che è stata depositata in procura sulla quale saranno fatte tutte le verifiche del caso.

Lo scenario di questa vicenda, una lavanderia trentina. La sede principale è in val di Fiemme ma ci sono anche delle succursali in altre zone del Trentino. E in una di queste sarebbero stati registrati gli ammanchi. Scoperti - stando alla denuncia che è stata presentata dall’avvocato Karol Pescosta - quasi per caso. Durante un controllo sul registro delle spese del negozio, infatti, sarebbe stato scoperto che nella progressione numerica delle ricevute c’erano dei buchi. Esattamente 133 buchi.

Le verifiche interne hanno portato a scoprire in che modo questi furti sarebbero stati messi a segno. E quindi con la distruzione dei pezzi di carta che testimoniavano l’avvenuto pagamento per il lavaggio e la stirature dei capi. Ricevute che potevano avere un importo variabile fra i 5 e i 200 euro a secondo che il cliente fosse ricorso ai servizi della lavanderia per pulire delle camice o per invece ridare splendore ad un capo che necessita di un trattamento diverso, professionale ed impegnativo. Insomma mancando la verifica diretta, alla lavanderia hanno potuto fare solo una stima di quanto non sarebbe finito nelle casse e la cifra dovrebbe essere attorno ai 10 mila euro.

Per l’azienda non c’è solo questo problema, però. I due dipendenti invece si sarebbero anche dimessi e avrebbero fatto causa al giudice del lavoro per vedersi riconosciute una serie di indennità a partire da quella riguardante il mancato preavviso. E su questo fronte, fino ad ora, la giustizia sta dando ragione agli ex dipendenti. Ma c’è anche un altro aspetto ed è quello che riguarda il pagamento delle tasse. I titolari della ditta, infatti, sono andati dalla finanza per spiegare quello che era accaduto e per cercare una soluzione per evitare di finire nei guai anche per il mancato pagamento dell’iva su questi soldi che non sono stati incassati ma che sono stati passati. E quindi hanno dovuto pagare le «tasse» su quello che non hanno guadagnato.













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