l’inchiesta

Dentista ucciso, la confessione di una delle ucraine

Le due cugine accusate di omicidio per la morte di Francesco Bava. Una si assume tutte le colpe: gli ho dato da bere sonnifero e si è addormentato



ROVERETO. «Ho fatto tutto io. Gli ho dato da bere e si è addormentato, non volevo ucciderlo ma soltanto derubarlo...» Ad una decina di giorni dalla morte del dentista roveretano Francesco Bava, 64 anni, trovato in fin di vita in un albergo di Odessa in Ucraina, arriva la confessione di una delle due cugine che Bava aveva invitato nell’albergo dove alloggiava dopo averle conosciute su una delle spiagge più famose della città che si affaccia sul Mar Nero. Bava, che si era recato nell’ex paese sovietico per acquistare materiale odontoiatrico, era stato trovato agonizzante riverso a terra nella stanza di un albergo il 30 giugno scorso. Ma a nulla era servito il massaggio cardiaco per tentare di strapparlo alla morte: «Arresto cardiocircolatorio» era stato il primo responso medico. Ma quella non è parsa subito alla polizia una morte naturale. Tanto che due donne, due cugine di 20 e 34 anni, sono state fermate subito dopo essere uscite dall’albergo. Addosso ad una di loro è stata trovata della refurtiva con alcuni oggetti che appartenevano al dentista roveretano. Subito le due donne sono state incriminate di omicidio ma loro hanno sempre negato di avere a che fare con la morte di Bava. Ora però le cose sono cambiate radicalmente dopo la confessione della donna di 34 anni alla polizia di Odessa.

Le due donne, secondo la ricostruzione degli investigatori locali, avevano accettato l’invito di Bava in albergo portando con loro un potente sonnifero con il chiaro intento di addormentare l’uomo e di derubarlo. Ma qualcosa è andato storto: forse eccessiva la dose di sonnifero, forse un’intolleranza nei confronti del farmaco somministratogli dopo averlo diluito in una bevanda, forse una reazione imprevista che ha portato all’arresto cardiaco. Tante le ipotesi con l’unica certezza: le due donne che finiranno a processo con l’accusa di omicidio rischiano dai 10 anni all’ergastolo. Inoltre la polizia di Odessa sta verificando la loro posizione in merito ad altri episodi analoghi (vittime addormentate con il sonnifero e derubate) con protagoniste le due donne che secondo la stampa locale si sono «trasferite a Odessa (da un paese dell’entroterra) per la stagione estiva con l’intenzione di guadagnare». Nel video pubblicato sull’edizione on line del Corriere della Sera il capo della polizia di Odessa spiega che «le due donne hanno fatto una rapina ai danni di uno straniero usando medicinale molto simile alla clonidina. E a causa di un’overdose la vittima è morta». Poi la voce di un poliziotto che “intervista” una delle due cugine, quella di 34 anni, che ha confessato l’omicidio. «Gli ho dato da bere e lui si è addormentato». Dopo che si è addormentato cosa hai fatto? «Ho iniziato a cercare soldi, gioielli e tutto ciò che aveva. Dopo ho svegliato la mia amica e ho detto di prenderne una parte». Dove avete messo la refurtiva? «Anche nel reggiseno». Una parte a te e una parte a lei? «Lei dormiva e alla fine ho fatto tutto io». E poi? «E poi siamo uscite e ci ha fermato la polizia». Di dove sei?... Abiti da tan to a Odessa? «Sono venuta a trovare mia mamma a fare un giro». Come si chiama il medicinale che hai usato? «Non ricordo». Poi le immagini della stanza dell’albergo dove il dentista roveretano alloggiava ed è stato trovato agonizzante e quindi la refurtiva: denaro in contante per il controvalore di circa 700 euro, gioielli e un telefonino appartenenti a Francesco Bava. Il cadavere è stato sottoposto ad autopsia e la magistratura ha concesso il nulla osta per il rimpatrio della salma che potrebbe avvenire a giorni. A seguire il caso, con professionalità, disponibilità e competenza e a tenere i contatti con i familiari è il personale diplomatico dell’ambasciata di Kiev. (g.r.)

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