Conigli fra le tombe, scatta la protesta

Sempre di più le lamentele dei cittadini di fronte alle buche scavate al cimitero. Tomasi: «Tenteremo con i repellenti»


di Luca Marognoli


TRENTO. Il dirigente dei Servizi funerari, Carmelo Passalacqua, li ha ribattezzati “conigli esodati”, perché dalle roste dell'Adige dove vivono sereni da diversi lustri hanno sconfinato prima all'ex Michelin e poi, da lì sfrattati, sono approdati al camposanto. L'assessore Renato Tomasi, invece, si lascia andare a una battuta: «Dopo gli orsi alla malga Brigolina, i cinghiali in Maranza ora arrivano colonie di coniglietti selvatici a portare un po' di vita al cimitero...».

Ironia a parte, nessuno dei due ha intenzione di trascurare il problema, né tantomeno la sensibilità dei cittadini che lo hanno fatto presente. «Ho inoltrato una segnalazione al servizio ambiente, perché intervenga. Non so come, ma bisogna farlo», dice Passalacqua. I coniglietti si erano avventurati nel cimitero monumentale già due o tre anni fa, spiega il dirigente. «Prima se ne stavano nella zona della ferrovia, poi hanno raggiunto i campi 9-10, dove sarà realizzato il tempio crematorio. Da quando ci abbiamo fatto una spianata, però, non hanno più posto per fare le tane e si sono spostati verso il colonnato, sconfinando anche nei quattro campi del quadrante sud, verso ovest, vicino al sacrario austro-ungarico». La presenza dei roditori ha iniziato a farsi molesta: «Le lamentele da un anno a questa parte, sono sempre più frequenti. C'è chi mi porta le foto fatte con il telefonino, ma non serve perché i coniglietti li vedo anch'io. Sono bianchi e danno meno fastidio dei piccioni, ma mi metto nei panni di chi ha il caro sepolto e li vede sbucare accanto alle lapidi. Possono turbare la sacralità del posto». Gli scavi tuttavia, le cui tracce sono evidenti ai lati di alcune tombe, non sono una minaccia per il “caro estinto”, stiano tranquilli i parenti: «Posso rassicurare che i conigli non vanno in profondità: si fermano a pochi centimetri mentre la bara è sepolta a un metro e mezzo. Però comprendo i disagi di natura emotiva. Certo, non posso dare seguito ai consigli di chi mi chiede in maniera un po' semplicistica di “coparli”. Per questo mi sono rivolto ai colleghi che in materia ne sanno di più di me».

L'assessore Tomasi concorda: «Noi non abbiamo affatto intenzione di ucciderli, ma cercheremo di riportarli alle roste. Del caso sono stato informato dal dirigente dei servizi funerari ma anche da un cittadino, che attorno alla tomba dei genitori aveva visto un coniglietto avanzare da una buca. Stiamo studiando cosa fare. I lavori per far posto al tempio crematorio, infatti, hanno disturbato le bestiole, che ora sono alla ricerca di un luogo dove vivere e riprodursi: si sa che è proverbiale l'attività riproduttiva dei conigli». Tra le ipotesi c'è l'utilizzo di prodotti specifici: «Ho lavorato per un periodo in un vivaio – racconta Tomasi - e ricordo che c'era il problema dei conigli che rosicchiavano le cortecce delle piante. Utilizzando un liquido repellente applicato su di esse il problema veniva risolto; so che questa è la strada percorsa anche dai contadini che hanno campagne lungo l'Adige. Potrebbe essere una soluzione, ma lasciamo agli esperti il compito di trovare quella ottimale».

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