Condannato il medico alternativo

Curò con terapie ayurvediche un bimbo di Ziano malato di fibrosi cistica



TRENTO. È stato condannato a 2 anni per omicidio colposo Guido Sartori, il medico bolognese che curò con la medicina ayurvedica, sospendendo le terapie tradizionali, un bimbo di sei anni di Ziano, malato di fibrosi cistica e morto nel giugno del 2006. Il decesso del piccolo Alvise Sacco, che viveva in val di Fiemme con i genitori e le due sorelline, comportò l'apertura di un'inchiesta a Bologna (competente per territorio).

Ieri in tribunale c'era anche la madre del bambino, Erica. La famiglia si era rivolta al professionista bolognese attraverso una farmacista. Il pm Antonella Scandellari aveva chiesto una condanna a 4 anni di reclusione.La sentenza del giudice Luciana Caselli è la prima condanna in primo grado nei confronti del medico. Un altro processo, sempre a Bologna, si chiuse con l'archiviazione. «La decisione del giudice conferma lo scrupolo nello svolgimento delle indagini», ha commentato il procuratore aggiunto Valter Giovannini.

Il bambino aveva seguito una cura a base di erbe e polveri minerali, confezionati (lecitamente) dalla moglie del medico che ha un'erboristeria. Qualche mese dopo le sue condizioni peggiorarono e il piccolo morì nel tragitto per il pronto soccorso, tra le braccia della madre, in una località in provincia di Teramo, dove la famiglia si era trasferita sperando che il soggiorno al mare potesse servire. I genitori furono prima indagati e poi prosciolti, mentre per un periodo al medico fu contestato l'omicidio volontario.

Sartori ha sempre negato ogni responsabilità, spiegando che la malattia era in uno stadio avanzato e che la sospensione delle cure tradizionali fu una libera scelta dei genitori, a cui lui non si oppose. Tesi confutata dall'accusa, per cui non si cura a seconda delle scelte dei familiari di un paziente, ma secondo coscienza e regole mediche, e senza far mancare le cure salvavita in casi di necessità.

La procura ha anche rimarcato che la condanna non intende demonizzare le cure ayurvediche tout court ma sollecita la necessità di fare attenzione, nei casi di malattie gravi, a non allontanarsi dalla medicina tradizionale. Soddisfatto il difensore della famiglia, l'avvocato Giuseppe Pontrelli del foro di Trento: «Abbiamo avuto un giudice molto attento a garantire la massima attenzione e a dare spazio alla difesa. E la sentenza dimostra che questo tribunale non si lava le mani sul problema delle cure alternative, la cui tolleranza non è in discussione ma se c'è prova che si limitano a un intervento integrativo, non sostitutivo delle cure».

Il giudice ha optato per la liquidazione immediata dei danni ai familiari del bambino. Per i danni patrimoniali, l'entità fissata ammonta a qualche migliaia di euro. Per gli altri, il giudice ha stabilito un valore complessivo di quasi 600 mila euro, divisi tra 220 mila euro per ciascuno dei genitori e 75 mila per ognuna delle due sorelline della vittima.













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