Collini: «Con Padova  compromesso impossibile» 

Medicina contesa. Il rettore di Trento nei prossimi giorni incontrerà il suo collega patavino ma spiega che non è possibile partire con la guida veneta, pena la perdita di fondi e docenti


Ubaldo Cordellini


Trento. Per medicina a Trento si apre la settimana decisiva. Mercoledì prossimo si terrà il Senato accademico chiamato ad approvare il progetto trentino di una scuola di medicina in collaborazione con Verona e Ferrara. Il giorno successivo, giovedì 16, il rettore ha già convocato il coordinamento provinciale che è chiamato a dare una valutazione dei progetti in campo prima che vengano inviati a Roma entro il 22 gennaio per l’accreditamento al Miur. Ovviamente è impossibile che vengano inviati a Roma due progetti di un corso di medicina per Trento. Quindi prima si dovrà trovare una soluzione. Il rettore Paolo Collini spiega che incontrerà il collega di Padova Rosario Rizzuto che nelle settimane scorse era rimasto bloccato a causa di un incidente sugli sci sulle nevi della Paganella: «Vedrò il rettore di Padova perché è giusto che sia così. Tra grandi istituzioni culturali ci si parla, nel massimo rispetto, ma non penso che ci sia lo spazio per una mediazione». Collini, infatti, è piuttosto scettico sulla possibilità di arrivare a un compromesso tra le proposte di Padova e di Trento, soprattutto, sul numero di anni per i quali l’università veneta dovrebbe avere la guida della scuola: «Ho letto in questo giorni che il presidente della scuola di medicina di Padova, Stefano Mergliano, dice che i 15 anni sono irrinunciabili per loro. Ma in questo modo sarebbe impossibile avere un progetto trentino. A quel punto la scuola di medicina sarebbe completamente dell’Università di Padova. Ho sentito parlare di un compromesso sul numero di anni, con cinque o sei anni con guida di Padova. Ma anche questa strada non sarebbe percorribile. Anche in questo caso, infatti, le assunzioni le farebbe tutte Padova. I 18 o 20 professori per il corso di medicina sarebbero docenti dell’Università di Padova senza nessuna possibilità di essere trasferiti a Trento. A quel punto che vada Padova da sola. Un compromesso non è possibile».

Collini spiega anche che il progetto dipende dal finanziamento della Provincia che è decisivo: «Noi da soli non potremmo finanziarlo. Se la Provincia riterrà di finanziare il progetto di Padova ne prenderemmo atto. Noi, dal canto nostro, siamo convinti di aver costruito un progetto solido con collaborazioni molto valide con istituzioni conosciute e molto prestigiose. Quindi non capiamo perché si continua a preferire Padova. Con il nostro progetto crescerebbe il sistema sanitario trentino, oltre che quello universitario. Le ricadute sarebbero in Trentino e le scuole di specializzazione si potrebbero fare qui, assicurando anche la permanenza in provincia dei medici specializzati. Con Padova non c’è nessuna di queste garanzie».













Scuola & Ricerca

In primo piano