il reportage

Cimitero, dopo i conigli ora arrivano pure le anatre

Anche loro si presentano puntuali all’apertura dei cancelli I visitatori: «Fate qualcosa, la situazione è insopportabile»


di Daniele Peretti


TRENTO. Andrebbe tutto bene se il cimitero di Trento ambisse a diventare il primo campo santo animalista d'Italia, ma non è così. Ed allora quando all'ormai consolidata presenza dei conigli, si affianca anche quella delle anatre, il disagio cresce proporzionalmente alla rabbia. Nunzia Piffer titolare di un chiosco di fiori all'ingresso del cimitero, non ha dubbi: la situazione è ormai fuori controllo: “Perché non è stato fatto assolutamente nulla. Dopo tante parole sono arrivati gli animalisti di Ferrara che spingevano i conigli dentro a delle grandi reti, li catturavano e li portavano via. Poi sono arrivati quelli trentini che provavano a prenderli con dei retini simili a quelli per catturare le farfalle e tutto è finito li. Solo che da qualche giorno di mattina presto, passeggiano anche alcune anatre che scompaiono ai primi movimenti”.

In altre parole la situazione sembra essere diventata ancora più pesante rispetto a qualche mese fa, con una ripercussione anche sugli affari: “Certo, vendiamo meno, perché la gente si è stufata di sostituire i fiori. Prova con quelli di plastica, ma molti hanno anche rinunciato. Mi domando perché allo stadio il problema sia stato risolto in pochi giorni e qui non ci si riesce. Non si potrebbe provare con lo stesso metodo?”.

Tra le tombe sono evidenti le traccie del passaggio dei conigli: buche scavate a ridosso delle lapidi, cumuli di terra con una frequenza che fa pensare alla scelta di alcune zone al posto di altre. “Non è certo una bella roba, mangiano di tutto – osserva Ernesta Faes – e non si salva niente. A me non danno fastidio, certo che non è bello vedere in giro il loro sporco”.Molto più decisa Maria Francesca: “Un'assurdità. Per me si rifugiano in quella casa diroccata che è di poco fuori dal perimetro del cimitero, perché li vedo arrivare attraverso la recinzione, entrano e poi si disperdono rapidamente. Direi che siano più famiglie. Mangiano di tutto, si salva solo l'erica e le piante con le spine. Oppure dobbiamo mettere i fiori di plastica che però si scoloriscono dopo poco tempo”. Cosa le dà più fastidio? “L'idea che in qualche modo i conigli possano venire a contatto con i resti mia mamma e di tutti gli altri defunti che dovrebbero riposare in pace. Vengo quasi tutte le mattine e spesso devo pulire anche i loro escrementi. Non lo trovo giusto e non capisco perché in tutto questo tempo non si sia fatto nulla”. C'è uno spazio per il culto dei morti ed uno del tutto diverso per i conigli è l'opinione di Antonia Margoni che definisce tranquillamente come indegna la situazione che si è venuta a creare all'interno del cimitero: “Pensi che si salvano solo i fiori di plastica, l'erica e qualche pianta di agrifoglio, per il resto se non mangiano, rosicchiano il tronco e si deve buttare via tutto. Poi scavano attorno alle tombe, ma dove siamo finiti? Purtroppo in mezzo alla sporcizia”. E mentre usciamo dal campo, eccolo la un coniglio più temerario degli altri che è rimasto nonostante sia orario di visita. Si porta a distanza di sicurezza, poi si ferma e sembra voler sfidare l'obiettivo guardando fisso verso il fotografo.













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