politica

Candidato sindaco a Rovereto, nel Pd è bufera

Olivi: mai presentata una mia candidatura, ma serve una nuova leadership. Dal direttivo si dimettono quattro consiglieri


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Sale la febbre da voto nel Pd che ieri ha vissuto una giornata di caos. Da un lato il vicepresidente della giunta provinciale Alessandro Olivi che dichiara di «non aver mai dato alcuna disponibilità per una mia candidatura alle prossime elezioni comunali e non intendo farlo». Ma nello stesso tempo dalle sue parole traspare la dualità con il sindaco Andrea Miorandi (riconfermato candidato dal circolo cittadino del Pd) quando afferma che è necessaria «una leadership legittimata non attraverso i deliberati di ristrette nomenclature, ma attraverso un rapporto fecondo e continuativo con quella “città diffusa”...». Dall’altra quattro esponenti del direttivo che hanno rassegnato le dimissioni in polemica con il segretario del Pd Fabiano Lorandi contestando in sostanza la gestione del partito e rendendo più complicata la candidatura di Miorandi. In mezzo l’intervento della segretaria provinciale del Pd Giulia Robol che dice basta al totocandidati («non interessa nessuno») e sposa la proposta della sua omologa dell’Upt Donaella Conzatti per «le primarie delle idee» mentre il Patt, l’altro elemento della coalizione di centrosinistra autonomista, sta alla finestra e sollecita il Pd a fare chiarezza al proprio interno per arrivare «ad una proposta definitiva».

Olivi, dato come possibile candidato sindaco, affida la sua dichiarazione ad un comunicato «per fare chiarezza senza ambiguità ed alcuna opacità politica». «Non ho mai dato alcuna disponibilità... e non intendo farlo. Ogni ipotesi al riguardo non è in alcun modo ascrivibile a qualsivoglia mia azione o comportamento che possa averla suggerita o ispirata. Altrettanto fantasiosa e destituita di fondamento alcuno è la ridda di interpretazioni sui significati politici che una siffatta scelta celerebbe...» Il vicepresidente della Provincia ricorda come alle elezioni provinciali con 14.000 preferenze fu il più votato: un risultato che rappresenta il riconoscimento dell’impegno profuso «e nel contempo l’attribuzione di una responsabilità anche politica alla quale non intendo sottrarmi». Deleghe importanti e impegnative, le sue, in materia di sviluppo economico e lavoro «che non ammettono distrazioni. Nei prossimi mesi sarà ancora più evidente il segno di una presenza in Giunta che vuole essere un contributo alla coesione dell’esecutivo provinciale ma anche uno stimolo ad accelerare i progetti per il Trentino per sostenere l’economia e qualificare il lavoro quali vere priorità».

Olivi non ha dato alcuna disponibilità alla sua candidatura a sindaco e non sta lavorando per questo. Ma nello stesso tempo afferma che «sarebbe non veritiero testimoniare come in questi ultimi tempi siano via via cresciute le sollecitazioni sia dalla politica che dalla comunità di un mio diretto impegno in favore della città. Ne sono lusingato ma per le ragioni di cui ho detto non è questo il momento!» Rovereto, evidenzia ancora Olivi, «ha bisogno e chiede una leadership che sappia essere autorevole ma non elitaria, capace di mettere a fattor comune le tante energie e potenzialità inespresse della città, valorizzando in modo generoso un gioco di squadra. E’ necessario far sentire protagonista di un progetto di città futura l’intero corpo sociale, dalle categorie produttive al mondo del lavoro al volontariato». Investire sul valore della coalizione, è l’appello finale, «in cui tutti i partiti, a partire dal Pd, devono far sì che una leadership sia legittimata non attraverso i deliberati di ristrette nomenclature, ma attraverso un rapporto fecondo e continuativo con quella “città diffusa” di cui con umiltà e generosità bisogna saper cogliere preoccupazioni e speranze».













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