Boom delle case affittate ai turisti 

In poco tempo gli alloggi iscritti al sistema provinciale sono saliti da 3500 a 9 mila. E Rossi annuncia sgravi in Finanziaria



TRENTO. È un vero e proprio boom quello delle case date in affitto breve. Come spiega l’assessore al turismo Michele Dallapiccola rispondendo a un’interrogazione di Maurizio Fugatti, gli alloggi registrati per affitto turistico in Trentino sono schizzati da 3500 a 9 mila. Un aumento dovuto a due elementi: ormai l’affitto tradizionale rende poco, da una parte, e è più facile affittare per brevi periodi tramite piattaforme come Airbnb e Booking. Ma non è tutto oro quello che luccica. Ci sono anche le tasse da pagare. Con la manovrina di aprile, è stata applicata la cedolare secca del 21% anche agli affitti brevi. Per quanto riguarda, invece, tassa di soggiorno, l’assessore Dallapiccola spiega che per gli alloggi privati l’imposta è di 25 euro a posto letto all’anno, mentre per gli alloggi che si trovano in val Rendena, su richiesta dell’Apt, l’imposta forfettaria sale a 50 euro a posto letto.

«Il presupposto dell’imposta non è né il valore dell’immobile né la sua redditività, bensì il potenziale vantaggio per il titolare di poter mettere sul mercato degli affitti turistici un alloggio collocato in un ambito territoriale in cui l’Apt garantisce dei servizi turistici; servizi che sono garantiti indistintamente a tutti i frequentatori dell’ambito». L’assessore aggiunge che la scelta della tassa forfettaria è dovuta proprio al fatto che gli ospiti usufruiscono degli stessi servizi: «La base imponibile non è rapportata al valore catastale del bene, bensì al numero dei posti letto e quindi, indirettamente, al volume di servizi turistici di cui gli ospiti possono usufruire nell’ambito di riferimento».

Per pagare l’imposta ci si deve iscrivere all’apposito sistema informatico collegato con Trentino Riscossioni. E questo ha permesso di registrare un vero e proprio boom, aggiunge Dallapiccola: «Con l’introduzione dell’imposta provinciale di soggiorno gli alloggi iscritti a C.A.T. (sistema informativo per il censimento degli alloggi per uso turistico) sono passati da 3.500 unità a circa 9.000 unità. Si deve, pertanto, considerare che eventuali cancellazioni o variazioni delle comunicazioni riflettono prevalentemente le legittime scelte dei titolari rispetto alla messa in disponibilità dell’alloggio, nonché alla regolarizzazione delle gestioni come imprenditoriali (case appartamenti per vacanze)».

Ma il presidente Rossi ha assicurato che per le case affittate a uso turistico ci saranno novità nella legge finanziaria. Previsti anche incentivi e sgravi per chi metterà in circolo nel circuito degli affitti gli alloggi. Con ottica imprenditoriale rispetto al fisco ed alla qualità. Novità che mirano ad elevare la qualità degli alloggi, un po’ sul modello altoatesino: «Daremo la possibilità di costituire degli hub commerciali o legati agli alberghi per inserire nell’offerta turistica anche i posti letto nelle seconde case spesso occupati per brevi periodi. L’obiettivo è avere un’offerta più completa, più trasparente e più di qualità. Ma puntiamo anche ad inserire in un circuito un’offerta che attualmente viaggia per conto suo. Così l’albergatore potrà vendere assieme alle sue stanze anche posti letto certificati di qualità in seconde case. In questo modo avremo più offerta, meno consumo di territorio e una crescita comune del settore».

(u.c.)













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