Bondone, il futuro appeso a un filo

Funivie, 700 mila euro di perdite. Comune, sconti dimezzati per gli skipass


Chiara Bert


TRENTO. Chiusura è la parola che aleggia sul Bondone ma che nessuno vuole pronunciare. «Non deve accadere che non si parta», avverte l'assessore provinciale Tiziano Mellarini. «Per questa stagione non ci sono rischi», gli fa eco l'assessore comunale Fabiano Condini. La situazione è pesante, il futuro denso di ombre: 700 mila euro di perdite per le Funivie e il Comune dimezza i fondi per gli skipass.

Il bilancio, approvato dal cda, sarà presentato all'assemblea dei soci entro fine mese: si chiude con 707 mila euro di perdite, contro i 350 mila euro di rosso dell'esercizio precedente. Il saldo di cassa è positivo per 100 mila euro, che serviranno per garantire l'illuminazione notturna delle piste, ma i costi di ammortamento e i canoni di leasing pesano per oltre un milione di euro. I ricavi segnano dunque profondo rosso e non aiuterà il fatto che, per la stagione alle porte, il Comune di Trento dimezzerà i soldi per gli skipass dei residenti.

«In un contesto generale di tagli, occorre ridurre tutte le spese non strettamente necessarie», spiega l'assessore alle attività economiche Condini. Nel 2007, dopo un duro scontro in consiglio, palazzo Thun ha approvato un protocollo d'intesa con Trento Funivie con cui l'amministrazione si è impegnata a stanziare per 4 stagioni 200 mila euro all'anno, destinati a coprire i costi degli abbonamenti: sconti per le famiglie e gli over 75, sugli skipass giornalieri post-feste natalizie, per le gite sulla neve degli studenti e le tessere orarie dei giovani che frequentano i corsi nel weekend.

Ma quest'anno la situazione finanziaria ha indotto il Comune a rivedere il sostegno economico: l'orientamento della giunta è di dimezzare l'importo, scendendo a 100 mila euro. «Mi auguro che un aiuto rimanga, lo sci è uno sport caratteristico del Trentino», dice Fulvio Rigotti, dallo scorso marzo alla guida di Trento Funivie nell'èra post-Bertoli, «da parte nostra c'è la volontà di mettere a punto pacchetti comprensivi di corsi e noleggio attrezzatura che permettano a una fascia più ampia di praticare lo sci».
Se la prossima stagione - pur con skipass più cari - sarà salva, il futuro del Bondone è però appeso a un filo. «La società non è in crisi finanziaria, ma le prospettive non sono per nulla rassicuranti», spiega Condini. «Gli impianti funiviari necessitano tutti di un apporto pubblico, ma nel caso del Bondone non si potrà semplicemente fare come in passato, aumentando il capitale per ripianare le perdite. Serve un ripensamento del ruolo di tutti gli attori».

La palla è, ancora una volta, nelle mani della Provincia. «Senza il contributo pubblico - ammette Rigotti - gli investimenti non si faranno». In testa il nuovo impianto del Montesel: costo 5-6 milioni di euro. «La situazione è difficile e oggi non possiamo ancora dire che ci saremo - confessa Mellarini - ma sappiamo il valore di questa montagna e siamo pronti a sederci attorno a un tavolo per discutere con la società». Entro fine anno dovrebbe essere pronto il masterplan affidato a Trentino Sviluppo: da lì dovrà uscire una prospettiva - se c'è - per il Bondone.













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