Boldrini: «Noi pronti a dare una casa a tutti i delusi dal Pd» 

La presidente della Camera con i candidati di Liberi e Uguali «Vogliamo essere una risposta alle tante diseguaglianze»


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Una sciarpa rossa annodata al collo. L’omaggio natalizio di un’anonima elettrice romana è diventato il portafortuna, il segno distintivo, della campagna elettorale della presidente della Camera.

Laura Boldrini ieri era a Trento, dopo essere stata a Bolzano, a sostegno della lista di «Liberi e Uguali». Anzi, come ci ha tenuto a puntualizzare, di Libere e Uguali, al femminile: «Sì, ci tengo a questa sottolineatura. Quando parliamo di quote rosa non citiamo un provvedimento a caso, ma una vera e propria legge anti discriminazione». La presidente ha incontrato al ristorante «Simposio», ad ora di pranzo, candidati ed attivisti della nuova formazione ispirata da Pietro Grasso, concedendosi un paio di forchettate di un bis di primi piatti composto da risotto al Teroldego e spaeztle alla panna.

LeU candiderà sul proporzionale il grande esperto altoatesino di tematiche ambientali Norbert Lantscher. In Trentino saranno in campo Andrea Pradi, Renata Attolini, Luca Modena, Ezio Viglietti, Antonella Valer, Angioletta Maino, Annalisa Poletti e Vincenzo Calì. Boldrini, fatte le foto di gruppo di rito, non si è sottratta alle domande, riservando anche un passaggio pepato ai Dem.

Presidente, a chi si rivolge Liberi ed Uguali?

«Noi vogliamo riempire un vuoto: ci rivolgiamo alle tante persone che sono state deluse dalle politiche del Pd e non hanno più votato quel partito. Molti non credono alla politica e con questa situazione è la democrazia che ci rimette. A questi delusi dico che Liberi ed Uguali è una nuova casa, ospitale, accogliente. E c’è bisogno che in tanti vengano ad abitarla. E’ determinante parlare ai giovani, con il loro linguaggio. All’interno di LeU ci sono tante esperienze, percorsi diversi. Io spero che tanti che negli anni non hanno fatto politica decidano di avvicinarsi a noi. Vogliamo essere la risposta alle diseguaglianze che aumentano. Non si può vivere in una società dove sono in pochi a stare bene».

E’ stata a Bolzano e a Trento, due realtà a statuto speciale, autonome. Che pensa al riguardo?

«L’Autonomia è una dimensione che consente a persone di lingue e culture diverse di vivere bene, insieme, senza tensione e di essere aperti ad altri popoli e ad altre culture. L'autonomia è un concetto che fa parte della nostra Costituzione, quindi credo sia un valore da salvaguardare e non deve essere considerato, come purtroppo a volte accade, un modo per avere privilegi».

E quindi questo è uno status che dovrà essere allargato ad altre Regioni?

«Ci sono diversi livelli di autonomia ma nel vostro caso le considerazioni storiche non vanno sottovalutate».

Nel suo girare l’Italia ha la sensazione che il Paese sia comunque diverso, non omogeneo?

«Le differenze ci sono in termini di sviluppo, di benessere sicuramente. Sono notevoli. E non ci possiamo nascondere il fatto che il nostro Meridione ha sofferto tantissimo durante la crisi. E ancora soffre. Potremo dire di essere usciti in modo definitivo da questa situazione, quando tutto il Paese sarà fuori della crisi. Non solo metà. Per troppo tempo non si è data la giusta attenzione al Sud e la povertà ora si concentra in quella parte d’Italia. La disoccupazione femminile già alta, in quella parte di Italia è insopportabile».

Lei che sfide ritiene centrali per lo sviluppo?

«Avere una rete digitale aperta a tutti e gratuita per noi è determinante. Il volto della nuova disuguaglianza è nella diversità di accesso alla rete. Ma parlare di questo mondo vuole dire avere una fiscalità giusta. Una web tax che colpisca i giganti della rete che di tasse ne pagano pochissime e che quando lo fanno le pagano dove sono più basse».

C’è anche il grande problema del lavoro.

«Non c’è dubbio. Ci piace tanto il low cost, ma c’è anche un lavoro low cost che fa pagare un costo molto alto ad altri. E sono i nostri figli e le nostre figlie che accettano lavoretti sottopagati, che non hanno alcun futuro».

Presidente Boldrini, le rinfacciano di parlare troppo di immigrazione. Cosa risponde?

«Ne ho forse parlato oggi qui? Questo è uno dei tanti “cappottini” che ti cuciono addosso e lo fanno i maestri della menzogna. Io mi occupo anche di immigrazione perché è uno dei grandi temi del nostro tempo. Mi occupo di immigrazione per fare sì che il nostro sia un Paese coeso, dove non si viva con la tentazione di fare apartheid. Chi parla di razza bianca o di tutela della razza dice un’aberrazione. Chi lo dice non lo fa per una gaffe, ma ha alle spalle un pensiero preciso che io contesto con tutte le mie forze. Mi dispiace per Salvini: sulla Terra condividiamo il 99,9 del patrimonio genetico. Siamo tutti nati in Africa».

E a chi dice che non sostenendo il candidato del Pd in Lombardia, Gori state aiutando a vincere Fontana, autore della frase sulla difesa della razza bianca, a cosa risponde?

«In Lombardia è stata fatta una scelta dall’assemblea di LeU. Ha deciso che non c’erano le condizioni per un’alleanza perché si riteneva che il programma e le posizioni non fossero condivisibili. Nel Lazio è andata diversamente, quindi non c’è una pregiudiziale favorevole o contraria al Pd. Le scelte si fanno volta per volta».













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