Besenello ringrazia Abate ma la Provincia ancora nicchia

Il sindaco: «Con la vittoria del Premio Campiello dà lustro a tutta la nostra comunità di cui fa parte» Lo scrittore contro la Valdastico: «Una nuova autostrada significherebbe la morte del paese»



BESENELLO. «A Carmine Abate, compaesano per addizione, per il lustro arrecato alla nostra Comunità quale vincitore del Premio Campiello 2012». Firmato: l’amministrazione comunale. C’è tutto l’orgoglio di una comunità, quella di Besenello, nel volto e nelle parole del sindaco Cristian Comperini al momento della consegna della targa allo scrittore che da Carfizzi, un paese arberesh della Calabria, ha scelto di vivere all’ombra di Castel Beseno. E Besenello ha ricambiato quel sentimento di affetto che Abate dimostra verso la sua seconda comunità (in paese ci vive con la famiglia dal 1993) riempiendo la sala che sabato sera lo ha festeggiato. Un grande riconoscimento arrivato da Besenello mentre la Provincia nicchia ancora all’appello lanciato dal Trentino per un premio a chi, come Carmine Abate e Isabella Bossi Fedrigotti, ha reso immortale il Trentino vincendo il Premio Campiello.

E dopo la grande accoglienza riservata ad Abate dalla Regione Calabria, anche Besenello (erano presenti alla serata l’assessore provinciale Panizza e quello della Comunità di valle Baldessarini) ha voluto fare la sua parte. «Il significato del suo risultato (la vittoria del Campiello con “La collina del vento”) va oltre l’affermazione personale - ha affermato il sindaco - Esso costituisce un volano per l’intero ambiente culturale trentino, letterario in particolare... Carmine, nato e vissuto in Calabria fino a vent’anni, poi emigrato in Germania e quindi stabilitosi qui è la prova vivente e vincente che la cultura è un valore “liquido” che non si può trattenere in recinti geografici o istituzionali limitati. Grazie, Carmine per essere un ambasciatore così caloroso e sensibile del nostro paese».

Abate (arrivato a Besenello grazie all’amico Mauro Nardelli) ha letto alcuni brani del suo ultimo romanzo, intervallati dalle canzoni e dal suono della chitarra battente di Cataldo Perri, con i riferimenti all’archeologo Paolo Orsi per ristabilire l’importanza del legame tra la Calabria e la Val Lagarina: «Vivo per addizione: non rinuncio e curo le mie radici, ma qui mi sento nel mio paese, un paese straordinario nel quale con la mia famiglia mi sono inserito benissimo». Quel rapporto fortissimo con Besenello che c’è anche da parte della moglie Meike («ci vogliono bene anche se siamo foresti fin da quando siamo arrivati con Carmine che, forse il primo uomo in paese, portava a spasso Michele con il passeggino...» dice la signora ridendo) che Abate ha voluto testimoniare ad un incontro con gli imprenditori vicentini dichiarandosi contrario alla Valdastico: «Condivido la lotta contro la Pirubi che ha a che fare con il mio romanzo quando parlo della territorio che va difeso. Nel territorio c’è la nostra memoria e l’autostrada vorrebbe dire la morte del paese». (g.r.)

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