Asili, a Trento la rivolta delle duemila maestre

Ma la Provincia non cede: «La legge non si tocca». Sciopero all'orizzonte



TRENTO. La rabbia delle 2.000 maestre scese in piazza ieri mattina non ferma la giunta provinciale. L'assessore all'istruzione Marta Dalmaso ha ribadito che l'articolo 58 della Finanziaria, che contiene modifiche alla legge 13 sulle scuole materne, non si tocca. Dura la reazione dei sindacati: proclamato lo stato di agitazione e sciopero all'orizzonte. Entrando nel merito della questione, la Provincia pretende più flessibilità nell'assegnazione dell'organico e, in cambio, è disposta a prevedere il pagamento dello stipendio estivo anche ai precari, oltre all'ingresso a gennaio dei bambini. Temi sui quali Cgil, Cisl e Uil sono disposte a trattare, ma solo se viene tolto dalla Finanziaria l'articolo incriminato poiché, a loro modo di vedere, rappresenta una minaccia per l'intero sistema delle scuole dell'infanzia e mette a rischio posti di lavoro. La richiesta dei sindacati rispecchia anche l'umore degli insegnanti scesi ieri in piazza, tutti convinti che, senza dei paletti precisi, le scuole materne tornerebbero ad essere dei semplici asili dove non si fanno più attività educative, ma si "custodiscono" i bambini. Nei giorni scorsi il caso è diventato anche politico, con malumori all'interno della maggioranza del governo provinciale e, ancor più, all'interno del Pd: i consiglieri Dorigatti e Ferrari hanno minacciato la presentazione di un emendamento contro l'articolo 58. Dalla sala alla piazza. Che l'adesione all'assemblea proclamata da Cgil, Cisl e Uil sarebbe stata alta era prevedibile, ma così alta non se l'aspettavano nemmeno i più ottimisti. Praticamente tutto il personale delle 280 scuole materne trentine si è ritrovato alla sala della Cooperazione, con conseguente chiusura di tutti gli asili almeno dalle 9 alle 13. La sala prenotata, però, era troppo piccola per contenere tutti. C'era troppa gente per garantire la sicurezza necessaria e così, dopo un confronto con questura e vigili del fuoco, la riunione si è trasferita in piazza Dante. Cori e striscioni. L'assemblea sindacale si è quindi trasformata in un corteo, in una manifestazione a tutti gli effetti. Sotto la statua del sommo poeta si sono radunate circa 2.000 persone, con tanto di cori e striscioni contro l'assessore Dalmaso e la volontà della giunta di tagliare risorse alle scuole dell'infanzia. Tanto che, ad un certo punto, la folla si è trasferita proprio sotto il palazzo della Provincia urlando a gran voce il proprio malcontento. Pronti allo sciopero. I sindacati, durante la riunione, sono stati chiarissimi: prima di aprire ogni trattativa è necessario che venga rimosso l'articolo 58. La stessa richiesta avanzata dai consiglieri del Pd, Bruno Dorigatti e Sara Ferrari, e da Caterina Dominici, del Patt, nel vertice di maggioranza straordinario che si è tenuto nel primo pomeriggio e pronti a presentare un emendamento in aula. Tornando ai sindacati, Gloria Bertoldi (Cgil), Stefania Galli e Paolo Adami (Cisl), Silvia Bertola e Maria Pia Trenti (Uil), hanno nuovamente sottolineato che «le modifiche inserite in Finanziaria scardinano il sistema delle scuole dell'infanzia. L'organico - hanno continuato - deve essere esplicitato per legge». Con i criteri di flessibilità ipotizzati dalla Provincia, infatti, circa 100 dipendenti in ruolo su 2.500 potrebbero essere ricollocati con nuove mansioni e in altre sedi. Questo, di conseguenza, ricadrebbe a cascata sui precari (che nel complesso sono 1.000) e alcuni di loro rischierebbero il posto. «Per noi - hanno attaccato i sindacalisti - questo significherebbe una perdita di posti di lavoro che non possiamo accettare. Siamo pronti allo sciopero». Nessun dietrofront. L'assemblea all'aria aperta è finita verso le 11.30. Le duemila maestre hanno lasciato piazza Dante per tornare al lavoro o a casa. Nel frattempo l'assessore Dalmaso ha commentato così l'evento: «E' stato un grande successo, a dimostrazione della passione che le maestre mettono nel loro lavoro. Certo, i sindacati hanno trovato il modo per convincere il personale a partecipare creando un allarme esagerato». La "rivolta" della piazza, però, non ha fatto cambiare idea all'assessore: «L'articolo 58 resterà in Finanziaria perché toglierlo significherebbe spostare di un anno possibili interventi che riteniamo necessari. Le nostre richieste ci sembrano ragionevoli. Non vogliamo tagliare le risorse, ma chiedere maggiore flessibilità su alcuni parametri per dare più equità alle assegnazioni di personale. Oltretutto, sul tavolo offriamo anche lo stipendio estivo per i precari e l'ingresso a gennaio dei bambini negli asili. Credo che ci siano margini per trovare un accordo». I sindacati, per tutta risposta, hanno proclamato lo stato d'agitazione del personale e la prossima settimana fisseranno la data dello sciopero, che causerà alle famiglie nuovi disagi.

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