Arriva la «tassa» sui matrimoni civili

Il Comune chiede un contributo per le cerimonie: dai 50-100 euro di Palazzo Geremia ai 200 di Villa de Mersi


di Luca Marognoli


TRENTO. Dopo la “picchiata” degli anni scorsi, torna a prendere quota il numero dei matrimoni. Una buona notizia - ha commentato l’assessore alle politiche sociali Violetta Plotegher - perché rappresenta un «passaggio nel segno della responsabilità delle coppie». Ma una buona notizia anche per le casse di Palazzo Thun, che proprio da quest’anno ha deciso di farsi pagare per il servizio fornito nelle cerimonie civili. Uno strumento in più per far fronte alle crescenti difficoltà nel far quadrare il bilancio.

La tariffa varia a seconda della “location” prescelta: 50 euro per sala Stampa, cento euro per la sala Falconetto, 200 per la più scenografica cornice di Villa de Mersi, a Villazzano. Chi non vuole mettere mano al portafoglio però ha ancora la possibilità di risparmiare: il servizio - ha precisato l’assessore ai servizi demografici Renato Tomasi - è gratuito se si celebra il matrimonio negli uffici dell’Anagrafe. Un teatro economico - aggiungiamo noi - ma non certo tra i più adatti se si hanno parenti e amici al seguito. «Normalmente infatti vengono solo gli sposi e i testimoni», spiega Tomasi. «Finora ne ho celebrati tre, tutti di coppie che si sarebbero sposate successivamente in chiesa». Non è un modo per fare cassa, sottolinea l’assessore, ma per coprire le spese: «Noi paghiamo comunque per la pulizia dopo il lancio del riso, per il riscaldamento e il personale. A Villa de Mersi già si dovevano versare 150 euro. Comunque sia, siccome le sale che mettiamo a disposizione sono luoghi prestigiosi, trovavamo giusto chiedere un contributo». Il Comune si è anche sforzato per rendere il più possibile personalizzabili le cerimonie, ha aggiunto Plotegher, dando la possibilità agli sposi di scegliere brani musicali e letture preferiti.

Ma veniamo ai dati statistici. Le unioni celebrate davanti al sindaco o a un suo rappresentante, che costituiscono il 65,6% del totale, aumentano di 40 unità, passando da 229 a 269, ma anche quelle religiose fanno registrare un saldo positivo salendo di 30 unità: da 111 a 141. Mese preferito settembre, il meno gettonato marzo. I dati si riferiscono al 2012. Certo, non siamo più alla fine degli anni novanta. «Allora i matrimoni in Comune si celebravano ogni 10 minuti, in sale anonime e non consone all’evento», ha ricordato Plotegher. «Nel 1999 ci fu un ordine del giorno approvato dal consiglio che chiedeva di valorizzare la cerimonia civile, garantendo almeno mezz’ora di tempo, spazi adeguati e la pubblicazione di un vademecum in materia». Le prime due richieste sono state soddisfatte gli anni scorsi, da oggi invece è disponibile la “Guida al matrimonio e alle opportunità per la coppia e la famiglia”, che sarà distribuita ai nubendi ed è consultabile anche sul sito del Comune di Trento. Finora esisteva solo un piccolo elenco dei documenti necessari, ora l’approccio è più ampio e si estende all’aspetto relazionale e ai servizi. Nel manualetto - ha spiegato Plotegher - sono indicate le strutture che seguono le coppie nel loro cammino, dalle associazioni di ascolto al consultorio, ma anche le facilitazioni economiche previste dalla legge. Un capitolo viene riservato alle coppie di fatto.

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