salute

Alzheimer, 7500 malati in Trentino E sono sempre di più

L’allarme dell’Onlus che in provincia si occupa della malattia: «Ogni anno 525 nuovi casi, sta diventando un’emergenza»


Luca Pianesi


TRENTO. Colpisce 1 persona su 8 sopra i 65 anni e 1 su 2,5 oltre gli 85. In Trentino, secondo quanto rivela l’Associazione Alzheimer Trento Onlus, il numero di malati sarebbe compreso tra le 7.000 e le 7.500 unità anche se è la stessa associazione a spiegare che il dato è sicuramente sottostimato, incompleto per difetto, anche perché le persone affette da questa particolare forma di demenza sono in continuo aumento.

Per quanto riguarda i dati ufficiali nel solo 2013, in Trentino, sono stati certificati dall’Unità valutativa Alzheimer 525 nuovi casi. In Italia le persone affette da questa patologia sono quasi 700 mila, ma si stima che tra trent’anni, con il progressivo allungamento della vita media, saranno 3 milioni gli anziani che avranno bisogno di assistenza continua.

Sono questi i numeri agghiaccianti che fotografano il grado di diffusione dell’Alzheimer in Trentino, in Italia e nel mondo. Un male che nel tempo sta colpendo sempre più persone e che si diffonderà ancora, inevitabilmente, perché legato a doppio filo con l’anzianità e con l’allungamento della vita (secondo l’Istat nel 2013 in Trentino ogni 100 giovani under 15 c’erano 131 over 65) ma che si può affrontare e contrastare come spiega la responsabile del Centro diurno Alzheimer di Trento, Giorgia Caldini: "L’Alzheimer è un malattia degenerativa che si manifesta tra i 65 e gli 85 anni di età e va a colpire le funzioni cognitive dell’anziano. Lo fa in maniera molto diversa a seconda delle circostanze. Ci sono casi di persone che cominciano con lo scordarsi i nomi di amici o conoscenti, altre che sviluppano problemi logico/linguistici, che non percepisce più il tempo o che dimenticano i luoghi e finiscono per perdersi anche in contesti a loro normalmente familiari. E poi ci sono i casi di demenza legati alle allucinazioni, all’aggressività e a tutti quei problemi socio/relazionali che, pure, l’Alzheimer può causare. La degenerazione di questi sintomi però può essere arrestata mettendo in campo delle buone prassi oltre che, in caso di malattia più avanzata, con l’ausilio di farmaci e cure mediche. I comportamenti positivi sono tutti legati alla memoria e a un tenere in costante allenamento le capacità cognitive. Innanzitutto bisogna cercare di mantenere il soggetto il più autonomo possibile. Fargli fare le cose senza intervenire ad ogni richiesta. Se ci sono problemi legati al tempo gli si possono mettere a disposizione calendari o orologi. Se fatica a ricordare persone care o luoghi si possono usare foto, appunti, elenchi delle attività giornaliere. Non bisogna spazientirsi in caso di domande ripetitive e quando si può bisogna cercare di aiutare l’anziano a ricordare e a fargli rievocare eventi passati personali".

Nel caso sopraggiungano i primi sintomi dell’Alzheimer è necessaria, in primo luogo, una diagnosi che viene fatta, in genere, prima dal medico di base e poi da specialisti della patologia come i medici dell’Unità valutativa Alzheimer (Uva) che in Trentino si trovano nell’ospedale di Trento e in quelli di Rovereto e Borgo Valsugana. Successivamente interverrà il servizio assistenza sociale. Ma alla base di ogni diagnosi e di ogni cura c’è l’informazione. Fondamentale, infatti, è accorgersi in tempo della malattia e sapere come comportarsi per contrastarla. Per questo domani l’appuntamento, per tutti, è in Piazza Pasi alle 10. In occasione della giornata mondiale contro l’Alzheimer, infatti, l’Associazione Alzheimer Trento Onlus proporrà una mattinata di test della memoria con l’ausilio del primario di Neurologia del S.Chiara, Daniele Orrico.













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