A Borgo tira una cattiva aria

Nell'ultimo mese le polveri sottili hanno sforato 13 volte. E l'Acciaieria è chiusa



BORGO VALSUGANA. In questa prima metà di dicembre, su 15 giorni in ben 7 a Borgo si è sforato il limite delle polveri sottili. E se andiamo più indietro, dal 20 novembre, la situazione è peggiore: 13 volte su 24 si sfora, praticamente un giorno su due. Ci sono picchi di oltre 70 ng/m3, una media giornaliera che ha raggiunto i 79 lo scorso 2 dicembre (era un venerdì). Un problema che Borgo conosce bene. Nulla di nuovo, se non fosse che l'Acciaieria in questo periodo è chiusa. E dati alla mano, che l'impianto siderurgico sia in funzione o no, non incide sul livello di polveri sottili.

Anzi, dal 21 al 23 novembre, giorni in cui la fabbrica era ferma, le concentrazioni di Pm10 (polveri sottili) hanno superato costantemente i 50 ng/m3, superando anche i 60, per riportarsi sotto la soglia i giorni successivi, a impianto in funzione. Dal 26 novembre gli operai sono in cassa integrazione fino a gennaio. Nello stabilimento solo una trentina di addetti alla manutenzione e gli impiegati amministrativi. Ma la centralina che rileva la qualità dell'aria posta in via IV Novembre ha continuato a registrare sforamenti. I livelli di inquinamento a Borgo sono sempre più alti rispetto alle altre cinque centraline della provincia, al pari e spesso sopra l'altro punto critico, via Bolzano a Trento, arteria con un passaggio di 55mila veicoli al giorno.

Abbiamo chiesto quindi una spiegazione al direttore dell'Unità organizzativa per le attività di monitoraggio ambientale dell'Appa, Gabriele Tonidandel. «Da due anni non si superavano i limiti, nel 2011 siamo tornati ad avere livelli come 2006, 2007 e 2008. Anzi, allora i numeri erano anche peggiori. Non parlo solo di Borgo ma dell'intera provincia», spiega. Colpa del meteo dunque, che nelle scorse settimane ha visto poche piogge ed un clima secco. Aggiunge: «La Valsugana poi ha problemi di ricambio d'aria, è poco esposta ad est-ovest, sole ne entra poco e si creano inversioni termiche. A questo va aggiunto il maggior utilizzo di combustibili come la legna. Il fumo del riscaldamento infatti tende a ristagnare e ciò è ben visibile nelle immagini che abbiamo».

E precisa: «Il problema è legato alle emissioni diffuse dovute al riscaldamento acceso nelle case ed al grosso traffico veicolare, in un periodo metereologicamente sfavorevole». E l'Acciaieria dunque? Dello stabilimento il direttore non parla, ma spiega: «L'inquinamento c'è indipendentemente se c'è una sorgente in più o in meno. Mi spiego meglio: una situazione metereologica sfavorevole come quella che abbiamo avuto e le emissioni inquinanti delle sorgenti (stufe e traffico) sono predominanti ad altri fattori». Ci sono dinamiche grosse quindi, che la presenza o meno dell'Acciaieria non sposta in termini di quantità di concentrazione di polveri sottili. «Magari bastasse spegnere un camino per togliere l'inquinamento», conclude.













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