Turismo, in Israele l’esempio di Non e Sole

Val di non. Valli del Noce e del Giordano, esperienze a confronto sulla prospettive del turismo in un mondo sempre più globalizzato. Nessuno avrebbe potuto immaginare che ci potesse essere un’attinenz...



Val di non. Valli del Noce e del Giordano, esperienze a confronto sulla prospettive del turismo in un mondo sempre più globalizzato. Nessuno avrebbe potuto immaginare che ci potesse essere un’attinenza tra lo sviluppo turistico del deserto del Negev in Israele e il comparto ricettivo delle valli del torrente Noce, che il Ministero del turismo israeliano ha individuato come modello per favorire un percorso di crescita del turismo anche di fuori dei più blasonati centri urbani come Tel Aviv e Gerusalemme. Da qui l’idea di uno scambio di esperienze tra due realtà lontane ma chiamate ad affrontare difficoltà tutto sommato molto simili.

Lo scorso settembre, su input della consigliera per gli affari turistici dell’Ambasciata d’Israele Avital Kotzer Adari e la collaborazione del direttore marketing Pietro de Arena, una nutrita delegazione dei ministeri del Turismo e dell’Agricoltura di Israele aveva fatto visita ad alcune eccellenze trentine in particolare delle Valli di Non e Sole, tra cui le celle ipogee di Melinda e la Val di Rabbi. Proprio in quella visita era, fin da subito emersa, una grande affinità tra le valli del Noce e alcuni territori israeliani come il deserto del Negev e la regione della Galilea, aree con un potenziale turistico non ancora pienamente espresso. La Val di Sole aveva affascinato la delegazione israeliana per la propria capacità di sviluppare una proposta turistica che parte dal prodotto invernale ma che, sempre più, si orientata verso una dimensione annuale grazie ad un marketing efficace, innovativo e oggi anche molto orientato alla sostenibilità ambientale. D’altro canto la Val di Non si era rivelata un caso di studio particolarmente confacente alla realtà israeliana che può vantare un settore agricolo di eccellenza ma, allo stato attuale, ancora incapace di trasformarsi anche in offerta turistica.

Da qui l’idea del ministero del turismo israeliano di sviluppare la collaborazione invitando alcuni rappresentanti del mondo turistico delle valli del Noce al congresso internazionale del turismo di Tel Aviv svoltosi il 10 e 11 febbraio scorsi. L’importante vetrina del turismo israeliano ha visto tra gli eventi di spicco una tavola rotonda con la partecipazione di Silvano Dominici, presidente della Comunità della Val di Non, di Fabio Sacco direttore dell’Apt della Val di Sole ed Alfredo Ravelli, noto albergatore solandro, che nella propria relazione ha sottolineato come il successo di una località turistica non possa prescindere da una visione degli operatori del settore che sappia armonizzare tradizione ed innovazione. «Questo scambio – commenta il direttore Sacco - ci ha dato l’occasione per ragionare sulla necessità in Val di Sole, ma in egual misura anche in un territorio in rapida crescita dal punto di vista turistico come Israele, di una cabina di regia del turismo territoriale, capace di interpretare una funzione di raccordo e di sintesi».

Il presidente Dominici, che ha chiuso la serie di interventi trentini a Tel Aviv, si è concentrato invece sull’agriturismo: «La capacità di mettere a valore il lavoro di squadra che ha storicamente contraddistinto le nostre valli sia nel mondo agricolo che nel settore turistico rappresenta un elemento distintivo che i nostri amici israeliani hanno saputo ben cogliere». Soddisfatti gli organizzatori del convegno, per i quali grazie al modello trentino anche in Israele è possibile pensare a uno sviluppo turistico anche al di fuori dei grandi centri urbani. G.E.













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