Consorzio Terza Sponda mezzo secolo in un libro 

Revò, “Tengo Mela” scritto da Marco Zeni racconta con dovizia di dati e dettagli, nomi, foto e persone, la storia di un’avventura diventata una forte realtà


Giacomo Eccher


REVÒ. Comincia con il 2017, l’anno terribile della frutticoltura in valle di Non, il libro “Tengo Mela” in cui il giornalista trentino noneso, Marco Zeni, ripercorre la storia dei primi cinquant’anni di vita del Consorzio Ortofrutticolo della Terza Sponda di Revò. Mezzo secolo di vita nel “nome della mela” da quel 22 agosto 1967 in cui 53 soci hanno dato vita al Consorzio con primo presidente Tullio Iori.

Erano anni difficili, con povertà diffusa; la lungimiranza di quei coraggiosi pionieri ha fatto partire quest’avventura che nel corso del tempo ha saputo rinnovarsi e mettersi al passo con i tempi. «Una scommessa che nel tempo si è trasformata in una forte realtà su cui converge direttamente o indirettamente l’economia dei nostri paesi» - annota nella prefazione l’attuale presidente del Consorzio, Aldo Menghini.

Marco Zeni, con l'esperienza dello storico e l’abilità del navigato giornalista, fa scorrere pagine di cronaca, di dati e di eventi citando nomi, volti, protagonisti ed eventi con una ricca carrellata fotografica di Vittorio Flaim, Diego Marini e Gianni Zotta. È un viaggio (in retrospettiva e in progressione…) tra cambiamenti sociali ed evoluzioni economiche ai quali il Consorzio Terza Sponda ha risposto con ampliamenti dalla capienza “sovrastimata” di 400 vagoni del primo magazzino datato 1972, l'anno del primo conferimento, fino ai 3.150 vagoni immagazzinati nella campagna 2016. Si parte infatti dalle prime scelte, spesso difficili e poco capite da tanti contadini stretti tra vecchio e nuovo, ma che alla fine hanno visto vincere la volontà di innovare. Questo anche grazie alla scelta intelligente del “confronto a viso aperto” adottato dai promotori come metodo di lavoro a partire dal sito dove posizionare il nuovo magazzino. Poi la progressione con gli alti e bassi di un lavoro che, vivendo di prodotti che nascono a cielo aperto, è soggetto all’andamento del tempo perché per il contadino “un anno non vale l’altro”.

Zeni fa quindi scorrere personaggi e volti dei presidenti ed dei direttori che si sono susseguiti nella responsabilità del Consorzio Terza Sponda ma da anche spazio alle cernitrici, figure femminili particolari che per la valle di Non hanno avuto nei decenni qualcosa di molto familiare fin dai tempi in cui le mele si conservavano, quelle poche che c’erano, nella aie e nei somassi di casa.

I ritratti si intrecciano con flash di cronaca paesana che rendono la lettura piacevole anche oltre lo stretto comparto agricolo raccontando anche i riti propiziatori tra fede e superstizione per guardare avanti e non mollare mai. Il libro racconta della grandine, che nel corso degli anni è stata spesso un flagello per la Terza Sponda, dell’ingresso nella famiglia di Melinda di cui il Consorzio Terza Sponda è stato tra i fondatori, e non da ultimo la questione ambientale che fa ormai parte del “pane quotidiano” di ogni ragionamento serio sul futuro della frutticoltura in valle di Non con la ricerca e la piantumazione di varietà nuove e resistenti che riducano i trattamenti in campagna. Un racconto agile e ricco nell'impaginazione, una miniera di fatti, testimonianze ed immagini che scorrono come un film lungo mezzo secolo. Con dati, verbali ed opere ma soprattutto con tante persone raccontate nelle 21 interviste nelle quali l'autore è stato affiancato da Marisa Flaim.













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