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Consorzio Terza Sponda 50 anni di progressi

REVÒ. Dalla storia del Consorzio Ortofrutticolo della Terza Sponda di Revò che ha festeggiato giorni fa i 50 anni di attività, sono emersi diversi momenti difficili e preoccupanti, come quello di...


di Carlo Antonio Franch


REVÒ. Dalla storia del Consorzio Ortofrutticolo della Terza Sponda di Revò che ha festeggiato giorni fa i 50 anni di attività, sono emersi diversi momenti difficili e preoccupanti, come quello di quest’anno per la produzione delle mele, che però sono sempre stati superati in maniera brillante. L’atto costitutivo del Consorzio è del 22 agosto 1967, alla presenza di 53 soci di Revò, di Romallo e di Cagnò ai quali si aggiunsero in un secondo tempo un buon numero di coltivatori di Cloz e di Brez e qualcuno degli altri paesi limitrofi.

Alla festa il presidente del Consorzio, Aldo Menghini, ha elogiato il costante impegno dei soci: «Quella che 50 anni fa era una scommessa nel tempo si è trasformata in una forte compagine, su cui converge direttamente e indirettamente l’economia dei nostri paesi. Questo non è un traguardo, bensì un passaggio verso nuove sfide e nuovi orizzonti che insieme riusciremo ad affrontare». La sindaca di Revò, Yvette Maccani, ha ripercorso la storia dell’agricoltura di questa zona della Valle, partendo dal 1700 fino ai giorni nostri, sottolineando l’importanza del fare squadra mezzo secolo fafa, che nel tempo ha prodotto un sistema vincente come Melinda. Anche il sindaco di Romallo, Silvano Dominici, ha insistito sui progressi fatti in questi decenni: «I primi anni di apertura del magazzino, molti contadini portavano ancora le mele con il carro trainato dai buoi. L’evoluzione è stata grande e incredibile il passo avanti fatto con la meccanizzazione dell’agricoltura, nel rinnovo varietale e nell’irrigazione. La sfida attuale è di affiancare al reddito agricolo quello dell’agriturismo». Il sindaco di Cagnò, Ivan Dalpiaz, ha spiegato la triste realtà degli agricoltori della Valle che coltivano terreni con pendenze molto forti; con un utile di 35 centesimi per chilogrammo di mele non riescono a coprire le spese di produzione. Questi frutteti che sono il fiore all’occhiello della Valle, anche per il paesaggio, rischiano di essere abbandonati e diventare zone incolte, piene di sterpaglie.

È poi intervenuto Michele Odorizzi, presidente di Melinda, che ha spiegato le strategie che permetteranno di superare questo periodo di crisi: «Rafforzare il marchio, fare sinergia con i produttori dei territori vicini, migliorare il parco varietale e introdurre altre colture. 170 ettari saranno convertiti alla produzione biologica delle mele. Lanciare varietà più resistenti che richiedano meno trattamenti fitosanitari. Abbiamo fatto, anche una campagna stampa per condividere le nostre problematiche». Infine il giornalista Marco Zeni, autore del libro “Tengo mela: 50° fondazione Consorzio Ortofrutticolo della Terza Sponda – Revò” che ripercorre la storia del Consorzio e dell’agricoltura della Valle: «Dalla lettura e dall’analisi dei testi e dei verbali del Cda e dell’assemblea dei soci è stato possibile ricostruire uno spaccato di storia, fatto di traguardi raggiunti, di forti tensioni, specie in campo finanziario, di emozioni e relazioni, con un unico obiettivo consolidatosi nei 50 anni di vita del Consorzio».













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