Cimice, anche la Val di Non spera nella lotta biologica 

Il Tavolo verde. Zanotelli ha presentato il Piano di azione provinciale contro il devastante insetto. Il Patt con Dallapiccola in testa preoccupato per l’assenza di misura contro la drosophila 


Giacomo Eccher


Val di non. La cimice asiatica è un pericolo reale per la frutticoltura paragonabile come rischio potenziale, alla fillossera, devastante pidocchio succhiatore delle radici delle viti che ha dominato e condizionato la vitivinicoltura europea per quasi tutto il ‘900 e giunta in Francia dall’America del Nord nel 1879. A dirlo, e a temerlo davvero, sono ormai in molti anche perché non sono ancora completamente delineati i contorni del possibile rischio che questo insetto, frutto della globalizzazione, sta determinando sulla colture di mele e uva in mezza Europa.

Di questo si è parlato al “Tavolo verde” in cui l’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli ha presentato la proposta di piano di azione provinciale per il contrasto a questo devastante insetto. Il documento si articola in un inquadramento generale della situazione a livello nazionale e provinciale e nelle varie misure e strumenti disponibili sia per il contrasto alla diffusione dell'insetto, sia per il supporto, da un punto di vista tecnico e finanziario, delle aziende, in relazione ai danni che subiranno alle produzioni.

In attesa del via libera

L'incontro ha rappresentato anche l'occasione per fare il punto rispetto al percorso di attivazione della lotta biologica attraverso l'allevamento e l'immissione di specie antagoniste della cimice, una sperimentazione in cui è impegnata direttamente la Fondazione Mach di San Michele all’Adige e che attende il via libera del Ministero per poter essere efficacemente adottata in campagna. Nel giro di alcuni giorni, esaurita la fase delle eventuali osservazioni e proposte da parte dei soggetti che compongono il “Tavolo Verde”, il piano provinciale sarà approvato in via definitiva.

Tutte le componenti del settore agricolo hanno espresso il loro apprezzamento per il metodo partecipativo adottato, e anche per i contenuti e per la tempestività con la quale questa proposta di piano è stata predisposta. Un particolare ringraziamento è stato rivolto alla Fondazione Edmund Mach per tutte le azioni fin qui messe in campo sui fronti della ricerca e del supporto tecnico alle aziende, nel monitoraggio e nella gestione di questa emergenza connessa alla diffusione anche in provincia di Trento della cimice asiatica, ma anche per la collaborazione assicurata nella stesura della proposta di piano.

Un altro nemico pericoloso

Problema reale, dunque, ma c’è anche un’altra emergenza che – come scrive un’interrogazione con primo firmatario l’ex assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola - non deve essere sottovalutato, la “drosophila suzukii” parassita invece dei piccoli frutti. «Sarebbe grave se il Tavolo verde non si fosse occupato anche di questo pericolo» - scrive l’interrogazione sottoscritta anche dai consiglieri Rossi e Demagri del Patt – che vogliono sapere dal presidente Maurizio Fugatti se risponde al vero, come riportato dalla stampa, che l'assessorato in occasione del “Tavolo verde” si è occupato solo di cimice asiatica, e quale sia lo stato dell’arte del percorso di lavoro per individuare soluzioni praticabili per la lotta alla drosophila suzukii.













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