È sempre più difficile trovare cavatori di porfido 

Un settore che cambia. Molti lavoratori impegnati ad Albiano presto andranno in pensione  Ma i sostituti scarseggiano. Bignotti (Filca): «È l’occasione per riparlare di salari e sicurezza»


DANIELE ERLER


Albiano. Ad Albiano lo sanno bene: il settore del porfido vivrà nei prossimi anni una grande fase di cambiamento. Molti lavoratori andranno in pensione e nelle cave servirà nuova manodopera. Ma ci saranno giovani disposti a fare un lavoro altamente usurante? In realtà, tutto passa dalle innovazioni in corso: non solo dalla contrattazione nazionale, ma anche da quello che succede nelle nostre cave. Dove ci sono anche molti aspetti positivi, frutto delle conquiste ottenute in Trentino negli scorsi anni. Soprattutto grazie al lavoro della commissione paritetica.

Nuova manodopera

«Molte volte si parla del porfido come se fosse il settore più irregolare in Trentino: ma non è così. In realtà, i controlli ci sono e sono costanti». Per capire meglio la situazione nelle cave, e i cambiamenti cui assisteremo dei prossimi anni, abbiamo incontrato a Trento Fabrizio Bignotti, segretario generale della Filca Cisl. Da quasi 18 anni è sindacalista nel settore del porfido: «In questo momento è come se fossimo in una condizione di stand-by. Il lavoro ha smesso di calare e c’è stata una stabilizzazione con i dipendenti attuali», spiega. Ma alcuni grossi cambiamenti sono ormai alle porte. Presto la gran parte dei lavoratori andrà in pensione, per effetto delle norme sui lavori precoci e usuranti. «Si sta già cominciando ad assumere: non per aumentare l’organico, ma per sostituire chi va in pensione. Per ora si sta attingendo a chi ha avuto esperienza nel porfido e per qualche motivo era uscito dal settore: ma anche loro fra qualche tempo andranno in pensione». Da chi saranno sostituiti? Alle condizioni attuali, non è facile trovare nuovi lavoratori. Non solo fra i giovani trentini, ma sempre di più anche fra gli stranieri di seconda generazione.

L’effetto positivo

Questa situazione potrebbe però avere alla lunga anche un effetto positivo. «Se si vorranno attrarre persone nuove, allora dovranno essere migliorate le condizioni economiche dei lavoratori. Io sono ottimista: gli stessi datori di lavoro sono legati ai loro dipendenti. Sanno che i risultati dei bilanci dipendono dai muscoli dei loro operai», dice Bignotti. Anche perché non esisteranno in futuro robot cavatori: in ogni caso, in questo lavoro servirà ancora la professionalità umana, soprattutto per garantire la qualità, sempre più richiesta dal mercato. L’innovazione semmai potrà portare ulteriori miglioramenti nelle condizioni di lavoro.

Conquiste e novità

Già in passato ci sono state conquiste importanti: come l’utilizzo di nuove tecnologie per mitigare gli sforzi degli operai. Ora si sta studiando anche l’introduzione dei cannoni ad acqua, per ridurre le polveri e il rischio di silicosi. Ma la vera novità passa dalla convenzione fra la commissione paritetica del porfido e Centrofor, che sta effettuando ispezioni cava per cava. È un esperimento, previsto dal contratto integrativo provinciale, per garantire nelle cave locali una maggiore cultura della sicurezza. E anche su queste basi si costruisce il futuro del porfido trentino.

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