Recupero boschi, escluso il blocco totale 

Moena, ecco il piano: chiusura a zone senza ostacolare le attività di rifugi e malghe, lotti venduti sul luogo di caduta


di Gilberto Bonani


MOENA. Sono 16 le aree boschive del territorio di Moena colpite dal ciclone Vaia (questo il nome che i meteorologi hanno dato all'evento estremo del 29 ottobre). Complessivamente la tempesta di vento ha abbattuto legname per circa 130 mila metri cubi, ossia la produzione dei boschi moenesi di vent’anni. Il recupero degli schianti richiederà almeno tre anni di lavoro e parte del legname, quello localizzato in aree impervie, sarà lasciato sul posto. Bruno Crosignani, direttore dell’Ufficio distrettuale forestale di Cavalese ha fotografato i danni subiti dalla comunità di Moena. «Il vostro comune - ha detto al numeroso pubblico - è stato quello più colpito in Fiemme e Fassa da due successivi eventi calamitosi. Il primo in luglio ha provocato principalmente danni alla rete delle strade boschive, oltre alla tracimazione del rio Costalunga nel centro paese. Il secondo, a fine ottobre, è l’artefice della caduta degli alberi».

Il responsabile dell’Ufficio forestale, il sindaco Edoardo Felicetti e l’assessore competente Giambattista Vanzo, hanno chiarito le azioni che saranno messe in atto sul territorio per ridurre il danno. Previste iniziative dirette da parte del Servizio calamità pubbliche e dal Servizio bacini montani. Il Servizio Foreste poi farà la sua parte sul ripristino della viabilità interna ai boschi. Anche l’amministrazione locale effettuerà interventi minori dove sarà ritenuto necessario. Più attori quindi mossi da una sola regia. Il sindaco Felicetti ha esposto i criteri che guideranno l’azione dell’amministrazione comunale: «Prioritaria - ha sottolineato - sarà la sicurezza delle persone che vivono e operano sul territorio. Cercheremo di non ostacolare le attività di rifugi, malghe e ristoranti e limiteremo il traffico di mezzi pesanti in paese nel corso di luglio e agosto, notoriamente i più affollati. I lotti di legname saranno preferenzialmente venduti sul letto di caduta e non in piazzale vista l’esiguità degli spazi a disposizione. Il fattore economico, anche se importante, non sarà il criterio guida delle scelte».

Molte le domande venute dall’assemblea che ha cercato di cogliere la complessità degli interventi dopo gli avvenimenti del 2018. L’inagibilità di molti sentieri e la presenza di grandi cantieri boschivi obbligheranno l’amministrazione a chiudere periodicamente al pubblico zone di bosco (è stato escluso il blocco totale del territorio). Dovrà essere potenziata l'informazione agli escursionisti principalmente da parte degli uffici dell’Azienda di promozione turistica. Particolare attenzione sarà dedicata a due speciali categorie: i raccoglitori di funghi e i boscaioli dilettanti, maggiormente esposti alle insidie del bosco. Nell’assemblea si è discusso anche di rimboschimento e di una maggiore armonia nel territorio tra zone prative e boschive. In passato - è stato sottolineato - si è assistito all’avanzamento eccessivo del bosco nel fondovalle.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano