Liquami e polemiche: confronto sul biodigestore 

Predazzo, giovedì sera al centro servizi di Bellamonte il dibattito tra cittadini e amministratori legato al nuovo regolamento sulle modalità di spargimento


di Francesco Morandini


PREDAZZO . Si terrà giovedì alle 20.30 nella sala “Aldo Moro” del Centro servizi di Bellamonte il confronto aperto con gli abitanti di Bellamonte sui problemi legati alle modifiche del regolamento di Polizia urbana relativamente alle modalità e ai tempi di spargimento dei liquami, già annunciato dall’amministrazione comunale di Predazzo dopo il ricorso e le prese di posizione della Pro Loco di Bellamonte, con il suo presidente Dino Degaudenz. “Biodigestore, energia rinnovabile e gestione del territorio, Agricoltura-Turismo-Visibilità. Insieme si può?” il titolo/interrogativo dell’incontro che vedrà la partecipazione del Comune, della Cooperativa che sta costruendo il biodigestore e degli esperti della Fondazione Edmund Mach.

La sollevazione degli operatori turistici di Bellamonte ha preso il via dalla delibera del consiglio comunale dello scorso novembre con cui sono state modificate le modalità e i tempi di spargimento dei liquami prodotti dalle aziende agricole dopo il trattamento nel biodigestore. In pratica è stata ridotta da 50 a 10 metri la distanza minima dalle abitazioni e da strutture ricettive e non, dove potrà essere sparso il liquame digestato ed è stato ridotto il periodo in cui tale attività dovrà essere sospesa. Non più tutti e due i mesi di luglio e agosto, ma solo dal 20 luglio al 20 agosto, anche per consentire lo spargimento dopo il primo taglio. La reazione non si è fatta attendere e i primi di dicembre Dino Degaudenz ha presentato ricorso usando parole piuttosto forti “ci trattano come un wc comunale” contro la decisione del consiglio, contestata anche dal consigliere Andrea Gabrielli che s’era astenuto. L’amministrazione s’è detta subito disponibile al dialogo nel tentativo, come recita il manifesto di convocazione dell’incontro di giovedì, di trovare “il giusto equilibrio tra esigenze diverse”.

Un confronto con la popolazione, con la presentazione del progetto, c’era già stato l’altr’anno. E in quell’occasione le perplessità sulla qualità “odorifera” del biodigestato non sembravano essere state messe in discussione, ma era rimasto qualche dubbio sulla qualità dei prati concimati con liquami “biodigeriti”. “Tranquilli, i fiori non torneranno nella campagna di Predazzo” aveva ammonito un tecnico, anche se la qualità migliorerà. E se non tornano i fiori resta il problema degli insetti e in particolare dell’apicoltura. C’è da dire che la questione, al di là degli odori e dei fiori, ha parecchi risvolti. C’è per esempio chi si chiede perché modificare il Regolamento a novembre quando il biodigestore entrerà in funzione se va bene a fine anno. Non era meglio attendere e verificare la qualità dei liquami trattati prima di decidere se spargerli vicino alle case? E poi c’è l’eterno tema del sovraccarico di animali rispetto al territorio disponibile che deve sopportare circa 750 bovini. Sull’altro fronte va detto che se si riducono i tempi di spargimento la concentrazione evidentemente aumenta. C’è anche chi getta lo sguardo di là del Latemar per vedere cosa combinano i cugini altoatesini, i quali, a quanto pare, riescono a far convivere davvero alberghi e stalle, senza, ci risulta, lamentele di sorta da parte dei turisti che, anzi, apprezzano. Forse perché spargono il letame maturato, osserva qualcuno, senza ridurre tutto a liquame. Risolverà il problema il biodigestore attualmente in costruzione sulle pendici di Pelenzana? E’ il quesito di fondo cui, assieme agli altri interrogativi emersi in questi mesi, si attende una risposta da amministratori e tecnici.













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