La Corte dei Conti condanna la giunta 

Cavalese, i giudici hanno riconosciuto il danno. Welponer, gli assessori e il segretario dovranno restituire quasi 10 mila euro



CAVALESE. Che amara (e salata) la delibera di giunta numero 19 del 2016, firmata dal sindaco Silvano Welponer, dai componenti della sua giunta e dal segretario comunale Mauro Girardi, quella che aveva affidato ad un geometra esterno all’ufficio tecnico comunale i lavori del nuovo tratto di fognatura in località Salanzada. I giudici amministrativi della Corte dei Conti di Trento, al quale aveva fatto appello il consigliere di opposizione Beppe Pontrelli con un esposto, hanno accolto parzialmente la tesi della procura che aveva ravvisato la sussistenza del “danno erariale”. Ma non ha riconosciuto la violazione delle regole sulla concorrenza. Il presidente della Corte, Pino Zingale e i due consiglieri Grazia Bacchi e Stefania Fusaro, avevano chiamato in giudizio il sindaco Silvano Welponer, gli assessori Silvano Seber, Paolo Gilmozzi, Giuseppina Vanzo, Ornella Vanzo e Mansueto Vanzo (difesi dall’avvocato Mario Maccaferri di Trento) e il segretario comunale Mauro Girardi (difeso dagli avvocati Girardi, Salvatore e Taddeo).

La Procura regionale, in prima istanza, aveva chiesto un risarcimento ben più pesante, rispetto alla decisione finale: 17.472 mila euro. Pari «alla spesa sostenuta dal Comune di Cavalese - si legge nel dispositivo finale - in relazione all’affidamento in favore di un geometra esterno della direzione lavori e del coordinamento della sicurezza in fase esecutiva delle opere concernenti la realizzazione di un nuovo tratto di fognatura comunale in località Salanzada che avrebbe dovuto essere svolto dal persone assegnato all’ufficio tecnico comunale». All’epoca, come ha scritto nel suo esposto il consigliere d’opposizione l’avvocato Beppe Pontrelli, era composto da un architetto, tre geometri e un impiegato amministrativo. La difesa invece sosteneva che la giunta avesse «legittimamente affidato l’incarico allo stesso professionista che aveva realizzato il progetto esecutivo, in quanto quest’ultimo era in possesso delle competenze e della certificazione in materia di coordinamento della sicurezza, a differenza dei componenti dell’Ufficio tecnico comunale che ne erano sprovvisti». Inoltre, secondo la difesa, la Procura non aveva provato che i costi sostenuti per remunerare il professionista esterno sarebbero maggiori di quelli che il Comune avrebbe dovuto sopportare per acquisire le apparecchiature e per far seguire ai componenti dell’Ufficio tecnico i corsi per ottenere le necessarie abilitazioni per svolgere le funzioni di coordinatore della sicurezza. Sull’ipotesi “mancato confronto concorrenziale”, sempre la difesa aveva ribadito che il conferimento dell’incarico poteva essere fatto con trattativa privata, mediante diretta conclusione del contratto con l’affidatario, comportando una spesa al di sotto dei limiti normativi (46 mila euro). Confermando inoltre che il professionista esterno aveva effettuato una riduzione, rispetto ai parametri della tariffa professionale (del 50% per l’incarico di coordinamento e sicurezza e del 238% per la direzione lavori).

Al termine delle 28 pagine di dispositivo, i giudici amministrativi invece hanno deciso di condannare sindaco, giunta e segretario comunale al pagamento, a favore del Comune di Cavalese, di 8.736 euro, suddivisi in parti uguali di 1.248 euro, oltre al pagamento delle spese in giudizio, liquidate i 1.083 euro. (n.f.)













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