fusione dro-drena 

Vallesarca, i dubbi della Provincia 

Perplessità sul nome (non vincolanti) dalla Soprintendenza 



DRO-DRENA. La Provincia, attraverso la Sopritendenza ai beni culturali, ha espresso qualche perplessità sul nome scelto dai comuni di Dro e Drena - Vallesarca - in vista della fusione. Nei giorni scorsi, infatti, la Soprintendenza ha inviato all’amministrazione di Drena guidata da Tarcisio Michelotti alcune osservazioni, ritenendo che il territorio sia scarsamente legato al bacino del Sarca e quindi la scelta del nuovo nome sarebbe inopportuna. Una puntigliosità con ogni probabilità legata alla vicenda dell’unione dei comuni dell’Alta val di Non: proprio la scelta di quest’ultimo nome è al centro di una vertenza finita sui tavoli della giustizia amministrativa.

Drena ha replicato agli uffici del capoluogo che il legame con il Sarca c’è, eccome. Il Comune, infatti, fa parte del Bim del Sarca e un affluente del fiume che nasce a Pinzolo, il rio Sallagoni, attraversa proprio il territorio di Drena. L’amministrazione di Drena si fa forte anche del fatto che sino ad oggi nessuno ha pubblicamente criticato la scelta (passata anche attraverso un questionario inviato a tutti i residenti di Dro e Drena) di Vallesarca. Ben altro trattamento, invece era stato riservato al nome originario, Altogarda. Molte amministrazioni confinanti, infatti, avevano espresso apertamente forti critiche per l’utilizzo di un nome che, di fatto, va a sovrapporsi ad un territorio che comprende quasi tutta la Comunità di valle, ad eccezione di Ledro. Non a caso, poi, la rosa di nomi ha virato su altre strade, fino alla decisione di Vallesarca.













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