Piscina ad Apm, i dubbi della Lega 

Zambotti e Grazioli chiedono lumi, soprattutto sul destino dei dipendenti



RIVA. Con l’approssimarsi (è in programma a fine giugno) del cambio di gestione della piscina comunale “Enrico Meroni” (dalla Federazione Italiana Nuoto – tramite l’Amici Nuoto Riva – alla società “in house” Apm), i consiglieri della Lega sono preoccupati per le conseguenze del “salto nel vuoto”, soprattutto dal punto di vista del personale. «In questi anni – argomentano Luca Grazioli e Pier Giorgio Zambotti – non è mai apparso alcun segnale critico nella gestione, anzi a dire il vero in ogni delibera di proroga si evinceva che l’affidamento alla Federazione Italiana Nuoto era la strada giusta e la più consona per un’ottima gestione. La stessa Federazione Italiana Nuoto si è sempre espressa in favore del prolungamento del contratto per l’affidamento della piscina, chiedendo pochi mesi fa di conoscere gli intendimenti dell’amministrazione per procedere a un’adeguata pianificazione dei programmi di attività federale e non solo. Prossimamente invece sarà sottoposta all’approvazione del Consiglio comunale la scelta della modalità di affidamento del servizio in regime di “in house”, l’aggiudicazione del servizio in favore di Apm srl e la definizione del contratto di servizio, completa degli elementi di valutazione sulla congruità economica dell’offerta, delle motivazioni delle ragioni del mancato ricorso al mercato, nonché dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta». Alla luce di queste premesse, gli esponenti leghisti interpellano il sindaco Adalberto Mosaner per sapere quali siano le motivazioni che stanno spingendo l’amministrazione comunale in questa direzione (l’assessore Alessio Zanoni aveva parlato di volontà di evitare le incognite legate a una gara di appalto aperta a tutti), se i posti di lavoro occupati nella piscina comunale saranno preservati dopo il 30 giugno e fino a quando e se la volontà di proroga in questo caso della Federazione Italiana Nuoto venga presa in considerazione. Grazioli e Zambotti poi vanno oltre il caso della piscina e chiedono quale sia il piano di azione nel futuro della società Apm sul territorio e se questo nuovo modello gestionale in regime di “in house” imposto per la piscina sia il primo passo per gestire nel futuro, con lo stesso metodo, altre strutture a valenza turistica, sportiva, associativa, culturale e ricreativa.

(m.cass.)













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