Danza

Oriente Occidente, corpi in conflitto

Dal 30 agosto molte "prime" legate all'incontro tra culture


Katja Casagranda


Presentata a Rovereto la trentaquattresima edizione di Oriente Occidente, rassegna di danza e cultura che, lasciato il percorso di indagine geografica, quest’anno è sensibile alla commemorazione del centenario della Grande Guerra, che vuole ricordare col filo conduttore “dissertazione attorno al corpo in conflitto”. Corpi in conflitto con una situazione politica, sociale, ma anche con la propria condizione corporea, sono quindi il fil rouge che lega il calendario di spettacoli che dal 30 agosto all’8 settembre faranno respirare un’aria internazionale al territorio locale, riproponendosi come uno dei festival più interessanti e attenti alla contemporaneità nazionale e internazionale. A tal proposito è stato presentato a Venezia, durante la Biennale di danza, il progetto coreografico di Virgilio Sieni “Progetto vangelo secondo Matteo” nei due quadri realizzati proprio a Rovereto con persone di Rovereto l’”Annunciazione dell’angelo” e L’”ultima cena”. Due dei ventotto capitoli di cui si compone il lavoro che, nato proprio con Oriente Occidente a Rovereto, si è poi allargato coinvolgendo tutte le regioni italiane nei suoi capitoli che vedono la presentazione e prima proprio a Venezia. Sieni poi porterà i due capitoli locali il 5 settembre a Rovereto al Mart, ore 18, per Oriente Occidente, e con la sua compagnia sarà anche in scena sabato 6 settembre all’Auditorium Melotti con “Esercizi di primavera”.

Tanti gli appuntamenti di spicco in “OO”, tante le iniziative di un festival che ha già numeri da dichiarare. Soprattutto per le adesioni alla performance “Rizoma” di Sharon Fridman, il 31 agosto all’alba, ore 6, alla Campana dei Caduti: centocinquanta le richieste di casting per un centinaio di danzatori cercati, con dieci musicisti a corollario della performance. Spettacoli in teatro di alto livello e respiro, ma anche, altro fil rouge per Oriente Occidente, il rapporto con gli spazi urbani. Performance di incursione accumulativa “In-visible dancing” del coreografo Luca Silvestrini della compagnia inglese Protein. «Non un flash mob - precisa Lanfranco Cis, direttore artistico del festival - quanto una performance che invita le persone a farsi coinvolgere. Che è anche la novità del Giardino della danza, luogo di incontri e approfondimenti ma anche un palco aperto dal sottotitolo “Le scuole trentine si presentano”. E poi le start del Cid e gli spettacoli, con l’onore di portare al Teatro Zandonai che inaugura l’apertura, John Neumeier con l’Hamburg Ballet in Galà Silvia Azzoni e primi ballerini».

Non da meno il programma quindi che inaugura il 30 agosto con lo spettacolo aereo in piazza Rosmini a cura della Compagnie Retouramont per Fabrice Guillot, in “Vide Accordè”: danzatori impegnati a venticinque metri da terra, un felice ritorno dopo le due performance per Arte Sella. Si presenta in prima nazionale lo spettacolo della compagnia israeliana “L-E-V” della coreografa Sharon Eyal, “House”, il 31 agosto, mentre prende vita a Trento, sempre in prima nazionale, “Au delà”, indagine sul rapporto giornaliero con la morte che incombe, a cura della compagnia congolese Baninga e del coreografo Dalavallet Bidiefono. Morte e gioia invece per il raffronto con la trasposizione sudafricana attuata dal Via Katlehong Dance in “Via Sophiatown”. Prima nazionale anche per lo spettacolo “Plage Romatique” di Emanuel Gat. Interesse per “In erme” prima nazionale e coproduzione del Festival per Balletto Civile, così come interessante il nome di Wim Vandekeybus, da tempo corteggiato da Oriente Occidente e finalmente a Rovereto. Presentano la propria antologia l’israeliana Vertigo Dance Company e raccontano il conflitto con il corpo la compagnia Candoco Dance Company inglese composta da danzatori abili e disabili. Per Cid - Cantieri al lavoro Compagnia Artedanza, Collettivo Clochart e Sampiè Macelleria Ettore. Prevendita e info sul sito www.orienteoccidente.it.













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