Eva e la costola, realtà al femminile 

Teatro. In Val di Cembra oggi arriva la graffiante ironia di Rita Pelusio Un percorso fra sette donne ovvero fra sette realtà di vita quotidiana


Katja Casagranda


Segonzano. All’interno del Festival Contavalle, che si sta svolgendo ad Altavalle di Val di Cembra, arriva la verve e simpatia graffiante di Rita Pelusio, nello spettacolo “Eva, diario di una costola”. Un omaggio alle donne, che sono poi il filo rosso attorno al quale ruota l’edizione 2019 del Festival. L’appuntamento con il teatro è al Castello di Segonzano questa sera con inizio alle ore 21. Saranno dunque le mura del castello già immortalato dal Duhrer, che lo ricordò nei suoi diari di viaggio, a prestarsi da scenografia e qualora piovesse invece ci si sposterà al Teatro di Segonzano.

Sul palco quindi la Pelusio in un irriverente viaggio nel mondo femminile, e di conseguenza maschile, nelle vesti di mattatrice ma anche autrice assieme ad Alessandra Faiella, Marianna Stefanucci e Riccardo Piferi, mentre la regia è di Marco Rampoldi. “Eva, diario di una costola” racconta la storia della creazione del mondo usando una chiave di lettura comica, curiosa, ribelle e un tantino esuberante, ma dannatamente brillante.

In questo monologo comico, in una scrittura quasi “confessionale” che una donna fa al proprio diario, lungo il corso di una settimana, Eva vive la vita di sette donne diverse e, proiettandosi nella contemporaneità della donna di oggi, regala al pubblico un’ora di comicità, serietà e battute brillanti. Lungo i sette giorni della nostra protagonista troviamo la teenager ribelle, la madre di figlio maschio, la donna manager multitasking ma non solo: la nostra Eva con la sua bravura straordinaria, riesce a dar voce a tutte le donne. Incontriamo infatti anche una lesbica dichiarata, una prostituta, una suora e per finire, al settimo giorno compare sul palco un’anziana innamorata. Donne, madri, mogli, amanti e gran lavoratrici, umane nella loro imperfezione, capaci però di raccontare il coraggio di chi sa prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro.

Uno spettacolo leggero fatto di sketch che già delle prime battute, con leggerezza e ironia riescono a porre nello spettatore delle domande e a farlo riflettere sul modo di considerare la donna nella società odierna. «Tutte noi ci riconosciamo un po’ in Eva. Siamo Eva quando vogliamo ribellarci da condizioni che ci opprimono; siamo Eva quando non restiamo indifferenti di fronte a tante troppe brutte storie di donne uccise, “calpestate”, umiliate da chi diceva di amarci; siamo Eva quando tra tutti i mille impegni di ogni giorno arriviamo a sera e confessiamo a noi stesse: “anche oggi ce l’ho fatta”!», come si legge nelle note di regia dello spettacolo.

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