Marco Gubert ha vinto il Tjörnarparen Trail Ultra in Svezia

RIVA DEL GARDA. Dal Primiero alla conquista della Svezia, passando per Tenno. Questa, in sintesi, la ricostruzione dell’impresa di Marco Gubert che, nello scorso fine settimana, si è aggiudicato la...


SEVERINO BIGI


RIVA DEL GARDA. Dal Primiero alla conquista della Svezia, passando per Tenno. Questa, in sintesi, la ricostruzione dell’impresa di Marco Gubert che, nello scorso fine settimana, si è aggiudicato la prima piazza della Tjörnarparen Trail Ultra 100 miles, con il tempo di 19h13’10, nuovo record della competizione. Gara non molto nota nel mondo del trail, quella che si è svolta nel sud della Svezia, a poche decine di chilometri da Malmö, offre però agli appassionati di questa disciplina un percorso duro, non tanto per il dislivello, ma per il difficile terreno sul quale i partecipanti sono chiamati a misurarsi, caratterizzato da paludi, ruscelli e fitti boschi, il tutto reso ancor più impegnativo dal clima invernale e dal fatto di correre per almeno undici ore al buio.

Lo chef che ama l’avventura

È stato Gubert, conosciuta figura dell’Alto Garda, di professione chef, ma con un cuore che batte forte per le sfide che implicano fatica e sudore, a raccontarci come gli è venuto in mente di affrontare una gara di questo genere: «Sono originario del Primiero, terra nella quale molti atleti hanno iniziato a praticare con successo sport di fatica e, pur trasferitomi a Tenno per la maggior quantità di opportunità professionali offerte dall’Alto Garda, il desiderio di affrontare gare impegnative non mi ha mai abbandonato. Di solito gli allenamenti si incastrano nei pochi momenti di riposo che la mia professione di chef mi lascia così, siccome avevo le ferie in questo periodo, mi sono cercato una gara a cui avrei potuto partecipare da riposato».

Il sogno Tòr de Geants

Parlare di riposo per Gubert significa che negli ultimi 3 mesi ha passato almeno 2 ore al giorno ad allenarsi per affrontare l’improba sfida delle 100 miglia in terra scandinava. 100 miglia – che per noi italiano sono poco più di 160 km – spaventerebbero tanti comuni mortali, ma non Gubert che ci ha spiegato le ragioni della scelta della prova più massacrante: «100 chilometri, con un po’ di allenamento li possono fare tutti o quasi. Posso dire che ormai conosco le mie capacità atletiche ed ero in cerca di una prova più mentale che fisica. Le 100 miglia – prosegue il runner tennese - sono state il naturale innalzamento dell’asticella, una distanza che secondo me dà la vera idea di “resilienza”. Mi aspettavo di essere competitivo, ma non di battere il record della gara di ben 1 ora e 49 minuti, pur sbagliando strada e facendo quasi 2 km in più».

Per il suo futuro Gubert vede alcune ultra trail in territorio Trentino, anche se il sogno nel cassetto è la partecipazione alla Tòr des Geants, già definito il trail più duro al mondo, con percorso sulle alpi valdostane di 330 km e più di 20.000 metri di dislivello.

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