Il Trento impatta a Seregno

Soltanto un punto dopo la trasferta e tanta confusione con un tempo regalato all’avversario



SEREGNO. Un punto basta per restare in sella. Almeno per ora. Il Trento impatta sul campo del Seregno: Melone cambia modulo (dal “4-3-3” si passa al “4-4-2”), recupera Sambataro e manda in campo il carioca Vieira, sino a qualche settimana fa dato per partente e ora elemento fondamentale per i gialloblù. In campo pure Wang che, nonostante abbia nelle gambe solamente una settimana d'allenamento, è decisamente più affidabile dei propri “simili” under. Casagrande, che ormai viene messo dappertutto, fa l'ala sinistra: il risultato è che dopo 55' viene riportato al suo ruolo naturale di terzino. Per il resto tanta confusione e un tempo regalato all'avversario. Che, detto per inciso, non era mica il Barcellona e che, per stessa ammissione dell'allenatore lombardo Brescia, “se il Seregno si salverà lo farà all'ultimissima giornata”. Insomma si poteva vincere, ma il Trento di questo inizio stagione non è solamente una squadra costruita male da un punto di vista tecnico. Manca personalità e senza di quella nel calcio si va poco avanti. Pure in serie D.

Il match è tutto in pochissime emozioni, per il resto tanta confusione tra due squadre che, proseguendo di questo passo, faranno una gran fatica a salvarsi. Passano i lombardi al 36': Gritti scodella dal centro verso sinistra per l'avanzato Vangi che, sfruttando l'immobilismo di Sambataro, spizza la sfera di testa e serve Giangaspero. L'attaccante del Seregno passa in mezzo ai difosi aquilotti come una lama nel burro (citazione del “patron” Belfanti) e fulmina in uscita con il “piattone” l'incolpevole Sforzin. Melone cambia dopo pochi minuti nella ripresa: fuori Sambataro (questa sa tanto di bocciatura definitiva, indipendentemente da cosa accadrà sulla panchina gialloblù) e dentro Braga con Casagrande che torna a ricoprire il ruolo d'esterno basso. Dove non arriva con la condizione atletica e l'organizzazione tattica, il Trento arriva con cuore e l'esperienza di Ferrarese. Che, al quarto d'ora della ripresa, si procura con esperienza un calcio di punizione sulla destra. Il successivo piazzato viene respinto da Selvatico di testa, ma come un treno arriva Mazzetto (ah se fossero tutti come lui...) che non ci pensa su due volte: destro al volo e palla nell'angolino basso alle spalle di Maggioni vanamente proteso in tuffo. Qualcosa è cambiato? Forse sì e allora il Trento spinge come un forsennato alla ricerca del gol vittoria. Al 90' i padroni di casa sono sbilanciati e i gialloblù ripartono con velocità sulla destra: Sekyere salta il diretto avversario e centra per Mazzetto che di nuca centra la parte interna della traversa. Per la serie: quando non gira non c'è nulla da fare. I locali sono allo sbando e, nell'overtime, Mazzetto pesca in profondità Braga, che fugge sul filo del fuorigioco ma sbaglia lo stop in corsa: Maggioni ringrazia e blocca a terra in uscita.













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