Sci alpino

Ballerin a punti in Coppa: "Mi veniva da piangere"

Il trentino 21esimo a Garmisch: "Dopo tanti infortuni, finalmente nel leader corner"


Luca Franchini


TRENTO. Un 21esimo posto non può rappresentare un punto d’arrivo per uno sciatore che ambisce a calcare con continuità il palcoscenico di Coppa del Mondo, ma un significato ce l’ha. Soprattutto se l’atleta in questione è Andrea Ballerin, 26enne poliziotto trentino che, dopo il brutto infortunio al ginocchio che lo costrinse a saltare l'intera stagione 2013/2014, è riuscito a tornare nello sci che conta, 21esimo nel gigante di Garmisch-Partenkirchen. Sulla pista tedesca Andrea aveva già corso due anni fa, partito come domenica con il pettorale numero 53. Allora, però, mancò la qualificazione alla seconda manche per l’inezia di 4 centesimi. Questa volta è andata decisamente meglio, 28esimo a metà gara e poi coraggioso nella seconda, nonostante la voglia (e la necessità) di arrivare al traguardo rischiasse di frenarne impeto e fluidità della sciata.

«È stato fantastico essere nel leader corner – spiega Ballerin dalla Slovacchia, dove è impegnato in una due giorni di Coppa Europa – Era un sogno che avevo fin da bambino e che sono riuscito a coronare».

Ma facciamo un passo indietro, a due stagioni fa, quando proprio a Garmisch Ballerin esordì in un gigante di Coppa del Mondo.
«Fu un vero peccato rimanere fuori dai 30 per soli 4 centesimi – continua – L’anno seguente (l’anno scorso, ndr) ero pronto per iniziare al meglio la stagione, partendo nei primi 15 in Coppa Europa, ma alla prima gara mi ruppi il ginocchio, crociato e menisco: per me fu la terza operazione alle ginocchia. Saltai tutta la stagione e in estate mi misi a lavorare per recuperare il tempo perso: non è stato facile ma grazie a tutte le persone che mi sono state vicine ce l’ho fatta. Stavo sciando bene da un po’, sia in gigante che in slalom, ma fino a domenica avevo portato a casa pochi risultati importanti: molte buone manche accompagnate da qualche brutto errore».

Come spesso accade nei migliori film, arriva però l’occasione buona. Quella che sai di dover sfruttare.
«Quando mi hanno convocato per Garmisch non ci potevo credere: ero felice di poter provare a rifarmi di quei famosi 4 centesimi – aggiunge – e sapevo di potercela fare. Non era un gigante facile, in particolare nella prima manche e con il mio numero. Quando ho tagliato il traguardo e ho visto la folla esultare, non potevo crederci, mi veniva da piangere».

A quel punto, l’opera andava completata.
«Nella seconda manche ero già un’altra persona, era come se mi fossi tolto un peso enorme. L’unica cosa che non dovevo fare era uscire, per il resto potevo divertirmi e sciare a tutta. Ho trovato il giusto compromesso e ho portato a casa un ottimo 21esimo posto. In entrambe le manche ho buttato via decimi un po’ ovunque, quindi sono andato via sapendo che potevo fare molto meglio, ma felicissimo di com’è andata. Pochi sanno realmente cosa significhi questo risultato per me. Purtroppo ho avuto diversi infortuni e non sono mai stato in Nazionale, quindi sono sicuro che nessuno potrà criticarmi se dico che la mia strada è stata un po’ più in salita del normale: non sono ancora arrivato da nessuna parte, ma aver portato a casa questo risultato per me è stato importante. Ora farò di tutto per continuare su questa strada e per togliermi altre soddisfazioni».

A partire dall'intenso finale di stagione, con le ultime gare di Coppa Europa, i campionati italiani e qualche gara Fis per abbassare il punteggio in gigante e garantirsi un pettorale migliore nella stagione a venire.













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