Via libera al patto per la produttività

Firma anche la Cgil. Sgravi Irap e fondi per il credito alle imprese. Dieci milioni per i nuovi ammortizzatori sociali


di Chiara Bert


TRENTO. Un protocollo firmato a tempo di record. Presentato lunedì pomeriggio alle parti sociali dal governatore Dellai e dall’assessore Olivi, e sottoscritto ieri mattina da sindacati e organizzazioni imprenditoriali (Confindustria, Assoartigiani, Albergatori, Cooperazione, Unione commercio, Confesercenti). Segno che in tempi di crisi fare in fretta è considerato decisivo per spingere la competitività e la produttività del Trentino. «Questo accordo risponde a una logica diversa da quella del passato, quando si condividevano testi di impostazione generale - ha detto ieri il presidente della Provincia Lorenzo Dellai - oggi siamo concentrati su alcuni punti concreti, sgravi Irap, accesso al credito, ammortizzatori sociali. Il nostro territorio ha potenzialità superiori a quanto oggi esprimiamo». Al presidente di Confindustria Paolo Mazzalai, che ha auspicato la stessa celerità nell’attuazione, Dellai ha ricordato che «l’accordo è auto-attuativo, ora la palla passa ad aziende e sindacati».

Sgravi Irap. Il protocollo prevede una riduzione della pressione fiscale. Due le strade previste. La prima riguarda gli accordi di produttività: la Provincia si impegna a introdurre un'agevolazione Irap a favore delle imprese (per 12 milioni di euro), nella forma della deduzione dalla base imponibile delle somme erogate ai lavoratori sulla base della stipula di accordi di produttività. Tali accordi dovranno indicare le voci del salario accessorio legate al raggiungimento degli obiettivi di produttività, che saranno oggetto dello sgravio. La seconda strada è quella delle agevolazioni Irap per la crescita delle imprese: nella finanziaria 2013 la Provincia introduce ulteriori agevolazioni per le imprese che aumentano rispetto al triennio precedente il valore della produzione o le assunzioni a tempo indeterminato. Complessivamente gli sgravi Irap nel 2013 saranno nell'ordine di 86 milioni di euro.

Credito. La seconda sfera di intervento è quella dell'accesso al credito. Due le nuove misure, in attesa dell’attivazione del fondo di sviluppo territoriale: un nuovo canale di finanziamento per 100 milioni di euro di finanziamenti, con garanzia Confidi del 50%, per le imprese con difficoltà finanziarie (la Provincia incrementerà i fondi rischi degli enti di garanzia di ulteriori 3 milioni, che si aggiungono alle disponibilità di 17 previsti dalla finanziaria); un fondo di rotazione ad alimentazione mista, per almeno 100 milioni, per attenuare le carenze di liquidità strutturale che persistono in alcuni segmenti del sistema bancario, che determinano tassi molto onerosi per le imprese.

Ammortizzatori sociali. Con un emendamento la giunta ha inserito nella Finanziaria la norma che dà attuazione all’attesa delega sugli ammortizzatori appena sbloccata dal governo. Il nuovo sistema di protezione dei lavoratori si articolerà su 4 misure di sostegno al reddito: reddito di continuità per i disoccupati, reddito di attivazione per sostenere la ricerca di un nuovo lavoro, reddito di qualificazione per i giovani che vogliono completare il percorso di studi e reddito di garanzia per le situazioni di povertà. La Provincia ha messo a disposizione altri 3 milioni in aggiunta ai 7 già a bilancio.

Le reazioni. In calce al protocollo c’è anche la firma della Cgil, che pure con il segretario Paolo Burli ha ricordato le ragioni per cui non ha sottoscritto l’accordo nazionale sulla produttività. Sia Burli che il segretario della Cisl Lorenzo Pomini apprezzano le nuove risorse stanziate per gli ammortizzatori e quanto alla produttività, rilevano come «gli ulteriori sgravi Irap che si sommeranno a quelli nazionali, non possono più creare alibi per le aziende che fuggono alle rivendicazioni sindacali: l’apporto dei lavoratori e delle lavoratrici è fondamentale per avere aziende più competitive e che funzionano meglio, e dunque ci dev’essere un giusto riconoscimento economico per i dipendenti». Anche Ermanno Monari (Uil) ha sottolineato come i «nostri salari siano tra i più bassi e c’è un problema di distribuzione della ricchezza».

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