Turismo «fuso», l’ira di Rigotti

Albergatori contro la decisione di accorpare Trentino Marketing e Trentino Sviluppo: «Pateracchio»


di Roberto Colletti


TRENTO. «E' un matrimonio contro natura». Natale Rigotti, presidente onorario degli albergatori Asat, non sfuma le parole quando gli si chiede cosa pensa della fusione tra Trentino Marketing e Trentino Sviluppo: «Il turismo finirà per essere governato con la logica dei capannoni, una follia. Con tutto il rispetto per l'industria, dico che vendiamo ospitalità, non macchinari ed anche noi rappresentiamo una bella fetta della ricchezza del Trentino, il 18 per cento del Pil se vogliamo misurarla. Invece, la promozione turistica finirà per essere gestita da chi fa un altro mestiere...».

Arrabbiato e preoccupato, Rigotti riflette sulla decisione della giunta provinciale di “razionalizzare” il sistema della società pubbliche, in effetti un po' affollato. «Capisco la necessità di fare ordine. Ma nel caso che mi sta a cuore la buona intenzione produrrà, ne sono certo, un mucchio di danni. In tutt'Italia la promozione turistica è affidata ad enti specifici, con la presenza degli operatori del settore. Trentino Marketing rifletteva questa impostazione. Perché smantellarla, perché fonderla con un ente che si occupa di gestioni immobiliari, di finanza e di innovazione industriale?» si chiede Rigotti e con lui tutti gli albergatori.

Una domanda sinora senza risposta se non quella di una decisione - come dire - “eterologa”, nata da esigenze, magari comprensibili, ma che poco hanno a che vedere con l'efficienza della promozione turistica. «L'assessore Mellarini non me ne vorrà», dice Natale Rigotti «ma ho sempre avuto la sensazione che anche lui, pur in perfetta sintonia con la giunta, non abbia mai avvertito l'urgenza di accorpare turismo e promozione, sue competenze, con i capannoni ed i lease back delle fabbriche in difficoltà».

Ma la razionalizzazione è stata licenziata da Dellai in marzo e i progetti di fusione approvati dalle due società nelle scorse settimane. La reazione di Rigotti pare un po' tardiva. «Vedremo» replica «il matrimonio non è stato ancora consumato, si può ancora rimediare. Mi auguro che impedire questa corbelleria sarà la battaglia d'autunno non solo della nostra categoria, ma anche dei ristoratori, dei colleghi dei campeggi e del bed&breakfast, di tutti gli imprenditori del turismo».

Il progetto di fusione, però, prevede già larga autonomia del settore. «Certo, anche la Provincia si rende conto che la cosa non ha senso, tanto che, per evitare pasticci, nel nuovo cda ha nominato il dirigente generale del turismo. Paolo Nicoletti è funzionario e persona di grande competenza e lealtà, ma rappresenta l'istituzione, non può sostituire l'assenza degli imprenditori. C'è l'amico Piero Degodenz, è vero» ragiona sempre Rigotti «ma ha due anime: presidente dell'Apt di Fiemme, ma anche direttore di un un grande impianto di risalita. Insomma, in quel consiglio ci sono tutti, industriali e artigiani, manca il turismo. E gli alberghi - non mi stancherò di ripeterlo - non sono capannoni, il nostro settore ha un'altra visione, altre necessità».

Basterà definire ambiti d'azione separati, non crede? «Ho chiesto ai vertici di Trentino Sviluppo e di Trentino Marketing come sarà organizzata, una volta fusa, la struttura. Beh, nessuno mi ha dato una risposta chiara, lasciandomi intendere che non sapevano nemmeno loro cosa succederà. Io, invece, lo so già: un pateracchio».

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