Gentile e il carisma in politica: Mussolini l’aveva, Degasperi no

TRENTO. Cavour, Nenni e Degasperi no. Garibaldi, Mazzini e Togliatti sì. Ma fu soprattutto Benito Mussolini il primo grande capo carismatico del XX secolo in Italia. Ecco la mappa del carisma,...



TRENTO. Cavour, Nenni e Degasperi no. Garibaldi, Mazzini e Togliatti sì. Ma fu soprattutto Benito Mussolini il primo grande capo carismatico del XX secolo in Italia. Ecco la mappa del carisma, secondo Emilio Gentile, storico di fama internazionale, intervenuto al Festival dell’Economia con una lezione dal titolo “Carisma e leadership nella politica italiana tra fascismo e repubblica”. Da storico, Gentile si è fermato alla soglia della “prima Repubblica” evitando, nonostante ripetuti solleciti del pubblico, il terreno scivoloso della contemporaneità. Se non per il monito finale che ha chiuso il suo intervento: «Del termine carisma dobbiamo fare un uso molto parco. Altrimenti scambiamo per persone che aspirano al bene comune dei venditori di padelle». Tra i più apprezzati storici viventi, grande divulgatore, volto noto di Rai Storia, professore emerito a La Sapienza di Roma, Gentile ha compiuto un lungo viaggio nella politica italiana tra fascismo e repubblica, cogliendo i tratti distintivi del carisma. L’aspetto fisico, anzitutto, e il modo di atteggiarsi. Per questo Mazzini e Garibaldi furono carismatici, Cavour e Nenni no. Il rapporto carismatico, poi, non è mai a senso unico: c’è bisogno di un popolo che riconosca tale il proprio leader. Crispi lo fu. Non basta neppure una grande capacità di dominio politico per essere un capo carismatico: De Pretis e Giolitti, ad esempio, venivano accusati di trasformismo. Ma per avere carisma serve pure un contesto che lo permetta. Alcide Degasperi era un grande statista, un leader, ma non poteva essere carismatico perché apparteneva a un partito, la Dc, che era il partito della Chiesa, dove ad essere carismatica era semmai la figura del Pontefice. Lo fu invece Palmiro Togliatti, per Gentile «l’unico vero capo carismatico dell’Italia repubblicana». Ma l’invenzione del carisma, nel XX secolo in Italia, la si deve secondo Gentile a Mussolini, il primo capo carismatico riconosciuto tale anche dagli avversari, l’unico a perdere e a riconquistare il carisma più volte. A 29 anni diventa la figura più prestigiosa del partito socialista rivoluzionario, perde il carisma quando passa all’interventismo, per poi di nuovo riconquistarlo diventando il più giovane Presidente del Consiglio. Ancora lo perde passando al fascismo e lo riacquista, diventando nuovamente carismatico, allorché divenne dittatore dell’Italia. La stessa sua morte fu un fenomeno carismatico.













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