turismo

Albergatori: niente tassa o lasciamo l’Apt

La durissima minaccia degli imprenditori Asat di Trento: «Anche la guest card si è rivelata un costoso fallimento»


di Roberto Colletti


TRENTO. Se non verranno ascoltati sono decisi ad abbandonare l'Apt. Gli albergatori dell'Azienda di promozione turistica Trento-Monte Bondone-Valle dei Laghi sono infuriati con gli indirizzi di politica turistica – più che altro fiscale, per chiamare le cose con il loro nome – introdotti dall'assessore Dallapiccola: dalla tassa di soggiorno fino alla cosiddetta “carta” per l'ospite così malamente congegnata, a loro avviso, che finisce per essere un ulteriore balzello a carico delle imprese. E se l'assessore e l'Apt continueranno ad essere sordi alle loro ragioni, non c'è motivo, concludono, per continuare a collaborare con l'Azienda.

La discussione nell'ultima assemblea dell'Asat, sezione di Trento, è stata accesa. E le critiche contro l'introduzione della tassa di soggiorno sono unanimi, riferisce il presidente Natale Rigotti. «Ci domandiamo dove vivano questi assessori, se abbiano mai fatto la coda alla cassa di un supermercato, insomma se sappiano come vanno gli affari. Glielo diciamo noi, come vanno: male. E questi ci appioppano una tassa che, poi, potrebbe essere pure aumentata dalle Apt, magari senza nemmeno chiedere cosa ne pensiamo noi imprenditori. Agire così in anni di crisi» conclude «è una follia».

La riscossione del “balzello” che dovrebbe finire nella casse delle Apt, agli albergatori proprio non va giù. Soprattutto perché saranno loro a pagarlo, posto che la maggior parte dei contratti già conclusi con agenzie e tour operator non consente variazioni. «I conti sono presto fatti» spiega Rigotti «tra l'importo minimo di 0,50 euro per notte al massimo di 2,5 euro, abbiamo calcolato una tassa media di 1,35 euro a persona che verranno pagati in gran parte dagli alberghi a 3 stelle. Fino ad un massimo di 6 notti, dice la Provincia. Un tetto inutile. Negli ultimi due anni, infatti, gli ospiti si sono trattenuti mediamente per 4,7 giorni. Perciò la tassa media va moltiplicata per tutti i 29 milioni di presenze, con un gettito di oltre 39 milioni di euro l'anno. E questi soldi andranno alle Apt dove magari comandano gli enti locali e gli imprenditori non sono ascoltati? E senza una discussione su come le Aziende spendono i quattrini? E' una stortura, una totale mancanza di rispetto per il ruolo della categoria. Non ci stiamo».

Se la tassa dovrebbe essere introdotta in maggio, la “guest card” - una carta di servizi vari per l'ospite – invece è già stata sperimentata. «Un costoso fallimento» è il giudizio degli albergatori di Trento. «L'ha richiesta il 4% dei clienti» dicono «mentre noi paghiamo queste inutili carte 45 centesimi moltiplicati per le presenze della stagione precedente. Diverse migliaia di euro buttati al vento, o meglio, ancora una volta versati ad una Apt dove la nostra voce non è ascoltata, né per la promozione, né per discutere una spending review di cui c'è un gran bisogno».

Gli albergatori di Trento-Monte Bondone-Valle dei Laghi, insomma, sono furiosi con la loro Apt e con l'andazzo “fiscale” preso dalla politica turistica dell'assessore Dallapiccola. Tanto da mettere nero su bianco, nel documento conclusivo dell'assemblea, che “lasceranno l’Apt di Trento qualora venisse inserita la tassa di soggiorno e qualora si proseguisse nella direzione di non coinvolgere fattivamente gli operatori nella definizione dei contenuti e delle modalità di comunicazione e promozione della guest card cittadina”. La battaglia contro la tassa è entrata nel vivo.













Scuola & Ricerca

In primo piano