il fenomeno

Violenza di genere, in aumento le denunce in Trentino. Ma il 15% dei casi resta sommerso

Presentato l’accordo «Codice rosso»: un servizio che affianca a costo zero psicologi e neuropsichiatri alle forze dell’ordine durante gli incontri e gli interrogatori con le vittime
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TRENTO. Sono in aumento i casi di violenza di genere rilevati in Trentino dalla Procura della Repubblica di Trento. Lo ha reso noto il procuratore distrettuale, Sandro Raimondi, intervenendo al convegno «Laboratorio formativo per la rete antiviolenza provinciale: Legge 69 del 19 luglio 2019», organizzato oggi 25 ottobre a Trento.

«Nonostante tutti gli sforzi, c'è un iceberg di sommerso che possiamo stimare del 10-15% rispetto al denunciato – ha spiegato Raimondi – Il tema delle indagini sui reati di genere per noi è importante tanto quanto la lotta alle mafie».

Nel corso dell'iniziativa, il procuratore ha presentato anche l'accordo «Codice rosso», sottoscritto con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari.

«Siamo l'unica Provincia - ha precisato al riguardo - che ha istituito un servizio di questo tipo per il cittadino, esteso anche alla Procura di Rovereto, con cui viene messo a disposizione a costo zero un servizio di psicologi e neuropsichiatri infantili per assistere le forze di polizia nell'interrogatorio della vittima del reato».

A quanto riferito dalla dirigente della divisione anticrimine della Questura di Trento, Anna Maria Maggio, lo strumento dell'ammonimento si sta rivelando efficace. «Il provvedimento è efficace nel 75-80% dei casi - ha dichiarato - perché l'ammonito, nel breve e nel medio periodo, cessa la condotta persecutoria».













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