Il centro diurno non molla si fa in due e batte il Covid 

Borgo. Il “Sosta Vietata” gestito da Appm prosegue l’attività con i ragazzi oltre che nella sede  di via per Telve anche negli spazi messi a disposizione nella sala Guido Polo in piazzetta Ceschi


Marika Caumo


Borgo. Dopo la sospensione delle attività nel periodo del lockdown, il Centro diurno per minori "Sosta Vietata" di via per Telve ha ripreso appieno la sua attività, sdoppiandosi.

«Il Centro è gestito dalla Comunità insieme all'Associazione provinciale per i minori di Trento (Appm) e accoglie ragazzini che hanno delle esigenze educative specifiche - spiega la responsabile dei Servizi sociali Maria Angela Zadra –. È presente un'equipe di educatori che il pomeriggio offre loro un aiuto in piccoli gruppi, sia per fare i compiti sia nello svolgere varie attività, anche di tipo laboratoriale».

Dopo la chiusura la scorsa primavera, il Centro Sosta Vietata era ripartito garantendo gli interventi individualizzati e, appena è stato possibile, organizzando piccoli gruppi di 5 ragazzini, seguiti dagli educatori in stanze diverse, per rispettare le norme di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria. A partire da luglio tutti e 35 i minori del Centro sono stati riammessi, suddivisi in ben 11 gruppi.

Ogni bambino frequenta due pomeriggi a settimana in cui non c'è scuola, mentre per gli studenti di prima superiore è stato avviato un progetto loro dedicato e, vista l’età, anche estendendo l'orario fino alle 20 per un giorno a settimana.

I gruppi rimangono fissi per via della sicurezza sanitaria e sono stati individuati tenendo in considerazione i rientri scolastici di ognuno, l'età, i bisogni/risorse e la disponibilità dello spazio per il mantenimento del distanziamento sociale.

Proprio per quest'ultimo motivo è stato necessario approntare una sorta di “sede distaccata” nella sala Guido Polo in piazzetta Ceschi, dove svolge le attività un gruppo di ragazzi che altrimenti in via per Telve non si sarebbe potuto ospitare.

«Nel periodo estivo sono state privilegiate le attività all'aria aperta mentre, ricominciata la scuola, l'organizzazione ha ripreso i ritmi dell'anno scolastico - spiegano la coordinatrice del Centro Marina Zappia e il referente di Appm Gianluca Bellin – e quindi c'è una prima parte iniziale di supporto ai compiti e una seconda parte dove vengono fatte uscite, attività di laboratorio o giochi, sempre rispettando le regole imposte da questo particolare momento».

Gli educatori inoltre sono sempre in contatto con gli insegnanti dei minori e il servizio sociale per il buon andamento delle varie progettualità.

Dal 10 dicembre è ripartita anche l'attività di aggregazione e socializzazione rivolta a un altro gruppo di ragazzi, sempre nella sala Guido Polo: sono stati coinvolti 5 minori che saliranno a 7 nelle prossime settimane.

«In questo particolare momento il Centro si è posto in modo più rilevante quale supporto educativo, relazionale ed emotivo nei confronti di questi ragazzi che si trovano ancor più in una situazione di fragilità e vulnerabilità dopo il primo periodo di chiusura dell'anno scolastico precedente - rimarca il commissario della Comunità di valle Attilio Pedenzini -. Gli educatori sono stati vicini alle famiglie, sostenendole e fornendo anche il supporto tecnologico, insegnando l'uso delle diverse piattaforme digitali. A tale proposito mi piace segnalare con gratitudine la generosità di un benefattore, che ha voluto rimanere anonimo, il quale ha donato 10 pc portatili a favore dei ragazzi segnalati dal Servizio sociale, necessari ora più che in altri momenti al loro apprendimento nella formazione anche a distanza».













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