il caso

Diga del Vanoi, la Comunità dice no

Dopo i comuni coinvolti, anche l’ente intermedio si schiera contro. «Siamo molto preoccupati, non vogliamo un progetto che ci viene calato dall’alto», dice il presidente della Comunità di Valle Roberto Pradel

VIDEO. Ecco il progetto della megadiga 
LE REAZIONI. Il Comitato attacca


Gigi Zoppello


PRIMIERO. Anche la Comunità di Valle scende in campo contro la diga del Vanoi, che la Regione Veneto (con il Consorzio di Bonifica del Brenta) intende costruire sui terreni di Canal San Bovo e Cinte Tesino. Ce lo spiega il presidente, Roberto Pradel.

Presidente, ne avete discusso anche voi, in sede di Comunità?
Certamente, e più volte. La Conferenza dei sindaci si riunisce ogni settimana e da tempo ne parliamo.

Chi è il vostro assessore di riferimento per la questione?
Come sapete le Comunità di Valle non hanno più una giunta, e sono oggi molto vicine all’impostazione dei Comprensori di un tempo. Il presidente svolge funzioni di coordinamento con i sindaci. In questo caso, per la Comunità di Valle, è il sindaco di Canal San Bovo a tenerci aggiornati ed a seguire il tutto.

Qual è la linea, in Comunità?
La linea è di grande preoccupazione, soprattutto non vogliamo che sia un progetto che ci viene calato dall’alto. E la prima cosa che chiediamo è che ci siano risposte chiare sulla assoluta garanzia di sicurezza.

Sicurezza della diga?
La preoccupazione maggiore, espressa dal sindaco di Canal San Bovo e che tutti i sindaci hanno fatta propria, è sull’aspetto geologico. Se c’era un prgetto dalla fine degli anni Cinquanta ed è stato dismesso, è stato proprio per quegli aspetti di stabilità dei versanti, ancor di più dal lato del Tesino. Erano gli anni in cui costruirono il Vajont, ma non questa diga qui. Ma non è l’unica preoccupazione, secondo voi. L’altra criticità è quella degli effetti sul microclima di un bacino artificiale così grande nella valle del Vanoi. Anche su questo chiediamo assolute garanzie di sicurezza. E l’intera Conferenza dei sindaci approva queste richieste.

Ma voi, in Comunità, quando e come avete saputo dell’avvio della progettazione?
Lo abbiamo saputo, come tutti, da indiscrezioni che giravano. Poi la notizia, pubblicata per primo dal giornale Gazzettino e che abbiamo immediatamente verificato dal Consorzio di Bonifica del Brenta che aveva pubblicato il bando. Però non abbiamo mai ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, nessun atto e neanche nessuna richiesta di incontro, come d’altronde è accaduto anche ai sindaci interessati.

Presidente, e con la Provincia, ne avete parlato?
Sì, più volte: abbiamo avuto uno scambio di informazioni con l’assessore competente, Mario Tonina.

E che cosa vi ha detto?
Tonina ha espresso anche con noi quello che ha poi risposto ufficialmente, cioè che la Provincia di Trento è contraria e che ha incorso delle interlocuzioni con la Regione Veneto. Poi devo dire che negli ultimi mesi ci ha tenuti informati, inviandoci ogni volta comunicazioni su quello che stava accadendo, e sugli incontri e colloqui avuti anche con il nostro sindaco di Canal San Bovo.

Lei crede che questo grande impianto verrà quindi bloccato?
Io credo che, realisticamente, questa grande diga non la vedremo mai realizzata. I problemi di sicurezza geologica nella zona a monte sono molto importanti, e pongono delle criticità. Non penso che si arriverà a farla. E comunque ribadisco che la nostra richiesta è di avere assolute garanzie sulla sicurezza. E credo che riguardi anche i Comuni veneti a valle della diga progettata, nel Bellunese. Perché eventuali eventi di dissesto idrogeologico sarebbero più gravi per loro che per il nostro versante trentino.













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